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Antonio Vangelli. La festa della vita
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Antonio Vangelli inzia a dipingere intorno al 1935 nell’ambito della scuola romana. Grazie alla frequentazione con Mario Mafai, ben presto riesce a trovare la sua linguistica pittorica. Nella Roma degli anni quaranta frequenta i maggiori artisti del tempo: i poeti Ungaretti e Sinisgalli, Caproni e Betocchi; e i pittori, tra cui Vedova, Guttuso, Fazzini, Tamburi. Vangelli non ha seguito delle mode e neppure si è mai situato in una corrente: “L’arte non è una moda”, afferma, “che noi possiamo fare, per contrapporci ad altri”. “Un pittore gioca non sapendo quello che deve fare. Se una cosa tu la sai già è accademismo. Ma, se tu la riprendi senza saperla, allora devi trovare l’entità. E allora non c’è accademismo”. Né accademismo né naturalismo nelle sue opere, ma invenzione: opere in cui spicca l’aria, la leggerezza, l’anarchia e la freschezza dell’infanzia. E il tratto ingenuo e deciso della poesia.
Scrive Enzo Nasso, artista, scrittore e poeta del gruppo romano di Mimmo Rotella, oltre che amico di Vangelli da oltre sessant’anni: “la sua storia non gli appartiene ed è incapace di subire i riflussi della memoria”.
Antonio Vangelli dice di se stesso: “Io sto nella medesima gioia della mia infanzia”. Le figure del circo sono gli abitanti delle nuvole in assenza di ricordi, di vittimismo e di tristezza: sono queste le condizioni del viaggio. E, viaggiando, parte senza lasciare la terra, [perché] la terra la porta con sé”.
Le numerosissime mostre di Antonio Vangelli incominciano nel 1943 e proseguono tuttora. Circa un migliaio di sue opere fanno parte della collezione del Museum of the Second Renaissance a Senago (MI).
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Titolo |
Antonio Vangelli, mostra personale |
E-Mail |
lacifra@virgilio.it
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Indirizzo |
Villa Galvani |
Località |
Pordenone |
Provincia |
Pordenone |
Data di Inizio |
21-05-2005 |
Data di Fine |
26-06-2005 |
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