Gino Baratta nacque a Revere, in provincia di Mantova, il 10 agosto 1932. Dopo gli studi classici, frequentò l'Università cattolica del Sacro Cuore a Milano, laureandosi nel 1958 in lettere, con una tesi sulla Poesia cosmografica del '400. Insegnò in alcune scuole superiori di Mantova e del Mantovano e collaborò con l'Università di Verona. Morì nella città virgiliana il 23 ottobre 1984. Il suo vivace e duttile ingegno lo condusse presto alla militanza culturale in ambito mantovano e nazionale; ancora studente universitario, nel 1956, con altri diede vita a Mantova al "Gruppo di cultura moderna", associazione di intellettuali tesa all'interpretazione delle realtà artistiche e letterarie contemporanee. Nel 1964, contribuì alla fondazione della rivista "Il Portico", che si rivelò un importante strumento di cultura entrando a far parte di quella fioritura di periodici specializzati caratterizzanti il panorama culturale italiano fra la seconda metà degli anni cinquanta e la prima metà degli anni sessanta; la rivista, rivolta in modo particolare all'analisi della letteratura, dell'arte e della filosofia del novecento, riportava innovativi contributi di natura critica. Dopo una serie di saggi, fra cui spicca quello del 1966, Il manierismo: una categoria discussa, Baratta pubblicò nel 1967 il suo primo volume, Pretesti critici: Ricerche sulla letteratura contemporanea. L'esperienza del gruppo culturale ebbe per il critico mantovano un seguito nel 1972, con la fondazione, insieme ad altri, de "Il Circolo Ottobre" con specifici intenti di rinnovamento intellettuale. Fra il 1975 e il 1984 Baratta diede alle stampe diversi fra i suoi scritti più famosi, Immaginario e letteratura, (1975), Avanguardia letteraria sull'Enciclopedia Feltrinelli-Fischer, (1976), E' ancora possibile una storia della letteratura?, (1978); il suo più ampio inserto sul fantastico in Letteratura Arte - Miti del '900 (1979), Teatro del gruppo 63, sull'Enciclopedia del teatro del '900, (Feltrinelli, 1980) e Realtà e illusioni del soggetto, 1982. Con Francesco Bartoli, Alberto Bernardelli e Frediano Sessi, Baratta diede vita nel 1983 a una collana della "Libreria Einaudi" di Mantova, dove si intendeva proporre un nuovo modo di approccio all'opera d'arte, dedicando ampio spazio agli artisti e agli autori giovani. Inoltre, lo studioso divulgò le sue teorie, le sue originali interpretazioni e le sue considerazioni sul mondo contemporaneo pubblicando su riviste letterarie quali "Che fare", "Marcatre", "Quindici", "Il Verri", collaborando con i periodici "Anterem", "Il Caffè", "Il Cobold", "Quinta Generazione",
"Spirali", "Testuale" e con le case editrici Einaudi e Feltrinelli. Il grandissimo patrimonio di scritti lasciato da Baratta fu subito oggetto di riletture, ordinamenti, catalogazioni; frutto di queste operazioni sono stati i tre volumi: Lo specchio di carta - Scritti sulla poesia contemporanea, a cura di F. Sessi e A. Cappi (1985); Miraggi della biblioteca, a cura di U. Artioli, F. Bartoli, Z. Birolli, F.Trebbi (1986); Il voltafaccia del linguaggio, a cura di Z. Birolli (1993).
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