The Second Renaissance
     
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Brindisi di Natale
24 dicembre 2005


  
 
Notazioni
 

L’appuntamento di parola è appuntamento per la scrittura della battaglia intellettuale. Oggi: il mito e il rito. Nulla che possa lontanamente ricordare il cerimoniale. È un processo narrativo, quello in cui ci troviamo. Un processo intellettuale, dove la qualità non risulta un miraggio. Il viaggio approda alla qualità, e non una volta per tutte. Qui: il programma che trova il modo di affinarsi man mano rispetto al progetto. Pertanto, il messaggio e la missione intellettuale.


Ciascuna volta, enunciamo il programma. Una volta, qui, nella Villa San Carlo Borromeo, Vladimir Maximov sembrava sconfortato, abbattuto. E diceva: “Ormai, basta!”. E noi eravamo con lui a constatare: “Proviamo, ancora. Incominciamo, ancora a contare da mille”. Un mese prima di andarsene, Vladimir Maximov è venuto a Milano a consegnare un manoscritto, che non ha dato a nessun’altra casa editrice, né di Parigi né di Mosca, né di nessun’altra città. Adesso, questo libro è stato tradotto e si trova presso di noi.


Le cose procedono dall’apertura. Scrive Giuseppe Mussari che l’indipendenza della banca procede dall’apertura intellettuale. Se procede dalla chiusura, la banca non è indipendente, deve dipendere. Ma è indipendente, se procede dall’apertura intellettuale: e così, ciascuna cosa, ciascuna impresa.


Quindi, il 5 febbraio 1973. Poi, un venerdì sera, ai primi di settembre del 1974, Cristina Frua De Angeli. Aveva ventitré anni. Poi, il 2 maggio 1981. E, ancora, il 24 dicembre 1990. Anche qui, quindici anni. Anniversario, senza la crisi del settimo anno. Anche perché il settimo non è mai critico, non è mai conflittuale, né litigioso. Il settimo è tranquillo! Con qualche cruccio. Ma il cruccio è l’indizio appena del modo dell’apertura. Dell’apertura intellettuale.


Una volta, il 24 dicembre 1984, facemmo un brindisi, il primo brindisi nella Villa San Carlo Borromeo, pubblicato su “Spirali” con il titolo Brindisi. Dal 1973 al 1985, abbiamo compiuto un itinerario scientifico in vari paesi del pianeta, con provocazione intellettuale, toccando strati differenti e vari della città, della città planetaria, che fosse Tokio, New York, Parigi, Londra, Roma, Barcellona, Lisbona, Francoforte, Caracas, Lubiana, Cordova, Milano, Venezia, Gerusalemme. Per Tokio, quante delegazioni prima di quel congresso! E il congresso di New York, una cosa sbalorditiva: attuato in meno di un anno, con effetti incalcolabili in Europa, in America, e altrove.


Dal 1985 al 1992, altra battaglia, che, anziché costituire un incidente di percorso, è parte integrante del nostro patrimonio intellettuale. E cose nuove, allora, sono state inventate e sono entrate in gioco, fra cui, nel 1988, la stessa cifrematica. Quello che eravamo andati narrando, facendo, scrivendo, dal 1973 al 1985, era pure cifrematica, cioè, come diceva un amico l’altro giorno, una bussola per la vita. Sull’istanza di valore.


Dicevamo lunedì sera, a Roma, che chi nasceva sulla collina aveva, per forza di cose, un’istanza di valore, istanza assoluta. Una volta instaurata l’istanza di valore, non c’è più da aderire a nessuna rappresentazione convenzionale o conformista. L’istanza di valore è istanza di valore intellettuale, istanza di qualità. E la stessa salute è istanza di qualità.


Alcmeone diceva che la salute dipende dal cervello: è la base, questa, della medicina della parola. Pitagora: il numero della vita, la scrittura della vita, la cifra. La salute intellettuale: nessuna idea di salvezza, perché l’idea di salvezza è l’idea stessa di morte. Con gli eserciti della salvezza.


Milano, con i suoi mille satelliti, costituisce la bottega della modernità. La modernità, con le novità nei vari settori, è la modernità che procede dall’apertura. Milano, la città più internazionale d’Italia, ha un residuo ancora di provincialismo. La provincia Italia. La provincia Europa. La provincia pianeta. Il provincialismo è qualcosa che va analizzato, è fatto di ricordi, e non già di memoria. La memoria non pesa. La memoria, arte e invenzione, che si scrivono: il provincialismo pesa perché fatto di ricordi, di reminiscenze. Detta che tutto deve ritornare. L’idea del ritorno è l’idea del cerchio.


Il viaggio è senza cerchio, senza ritorno, senza ricordo. Il ricordo tenta di cancellare la memoria. Invano: la memoria resta indelebile.


Il nostro programma è chiaro e semplice: il patrimonio intellettuale costituito in trentadue anni ha bisogno di giungere al messaggio, attraverso la vendita dei suoi prodotti: libri, arte, brainworking, formazione e direzione intellettuale. Questo è il granello di sabbia quale contributo alla civiltà. Nessuna presunzione: un granello.


Non c’è nulla che non sia alla nostra portata: la difficoltà, quanto più non è rappresentabile, quindi assoluta, tanto più è alla nostra portata. Non c’è ostacolo che non sia fatto per noi, come condizione per il viaggio, e non già come impedimento del viaggio. L’ostacolo è la proprietà dell’oggetto della parola, a sua volta è irrappresentabile. E il diritto è il diritto dell’Altro, dell’Altro assoluto, che non si personifica, il diritto dell’ospite: sta qui la base dell’impresa, la base della città.


Stasera, siamo qui, tranquilli, siamo felici di trovarci accanto. Domani, alle 7, saremo a Milano a proseguire la battaglia, ma saremo accanto. Noi e coloro che stasera sono nelle loro famiglie, o altrove, ma sono con noi anche nello stesso programma e nella stessa direzione.


Un augurio cifrematico a ciascuno!

 
Relazioni
Armando Verdiglione (Scrittore, editore, imprenditore, inventore della cifrematica)





 
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