[...] Ai pompieri dobbiamo un grazie grande come una casa: è giusto far conoscere i meriti di un corpo speciale fatto da persone speciali. Ho sotto mano un libretto scritto da uno di loro, Dario d'Ambrosio, un comandante, direttore generale dei vigili del fuoco della nostra Regione. Si intitola "L'acqua, il fuoco, la sicurezza della città" (Spirali edizioni). Nella sua storia di pompiere ho trovato quella passione e quell'altruismo che tutti dovremmo mettere nelle cose che facciamo. D'Ambrosio, che è stato anche il capo dei pompieri milanesi, ci spiega come negli ultimi anni il lato professionale del mestiere abbia preso il sopravvento su quello più emotivo, romantico: quella che una volta poteva considerarsi una missione oggi forse è solo una professione (che bisogna amare). Ma nonostante la burocrazia, lo scarso riconoscimento economico e i limiti nell'addestramento imposti dalla carenza di uomini, il pompiere resta un campione di umanità. Lo spirito di squadra, la capacità di affrontare i rischi e la corsa per salvare una vita sono sempre i distintivi del mestiere. D'Ambrosio ricorda i grandi allarmi e fa due considerazioni. Una, sulla sicurezza e sui morti del lavoro: in Italia non c'è un progetto politico sulla sicurezza, ma solo una vaga idea. L'altra, sul volontariato: in assenza del servizio militare sarebbe opportuno per i giovani istituire un servizio di volontariato civile nei vigili del fuoco. Per imparare le tecniche di pronto intervento, e soprattutto per capire che aiutando gli altri possiamo diventare anche migliori. Una proposta da sostenere, perché rilancia il concetto di solidarietà di cui, oggi, c'è sempre più bisogno. (Giangiacomo Schiavi).
|