The Second Renaissance
     
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Pennellate di Namibia con archeo-detective


  
 
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Esce «Il castello e i suoi amanti», un intrigante romanzo firmato dall'ambasciatore-scrittore Massimo S. Baistrocchi

Intrigante il racconto e intrigante anche l'autore. Lui, l'autore, è Massimo S. Baistrocchi, ambasciatore, ma anche pittore, incisore, poeta, archeologo, fotografo, giornalista (è notista politico del nostro quotidiano per le questioni africane) ed è pure romanziere. La sua ultima fatica s'intitola «Il castello e i suoi amanti», edito da Spirali, 328 pagine, 25 euro. È un giallo, ambientato in Namibia, un paese che l'autore conosce bene per avervi svolto il suo ruolo dal 2001 al 2004. Lo spunto è tratto da una vicenda realmente accaduta, ovviamente, arricchita e trasfigurata dall'invenzione di fantasia. Lo sfondo è il castello di Schwerinsburg, che sorge a Windhoek, la capitale namibiana, una costruzione che dal 1990 è stata davvero sede dell'ambasciata italiana.
Un archeologo italiano, Maurizio Mercuri, viene chiamato dall'ambasciatore Rodolfo Arletti Chambers di Collazzone (che come tutti i diplomatici che si rispettino ha un nome lungo come un Pendolino) per scoprire un passaggio segreto che, così si dice, collega la residenza diplomatica con il vicino castello di Heinitzburg. Il cunicolo nasconde un mistero che rimanda a una vicenda di ottant'anni prima, quando il Paese era colonia della Germania. Una storia che riguarda da vicino l'ambasciatore Arletti, poiché coinvolge il nonno materno del diplomatico, il visconte di Chambers, avventuriero inglese, che dal 1912 al 1922 fu proprietario del maniero.
La vicenda si svolge su due livelli: una storia d'amore attuale che ha come protagonisti l'archeologo Mercuri e la giovane assistente di Arletti e un intreccio amoroso accaduto all'inizio del secolo scorso tra il nonno del diplomatico e una avvenente e ricca signorina, figlia di coloni tedeschi. Due storie a loro modo rischiose che «crescono» assieme, mano a mano che si dipana il romanzo.
In sottofondo ci sono, sempre presenti, due altri protagonisti: da una parte l'Africa, con le sue atmosfere fantastiche ed estreme, ridondanti di credenze mitiche e di fantasmi e, d'altro canto, la storia della colonizzazione, con le lotte tra coloni e nativi, con azioni violente e disperate, con colpi di scena improvvisi, vicende cariche di miserie umane, ma anche di coraggio e di sentimenti forti.
I caratteri di alcuni personaggi vengono indagati nel profondo, altri sono tratteggiati con veloci pennellate che tuttavia lasciano il segno. Come la figura della vecchia zia Monika, un personaggio minore che riesce a parlare con i fantasmi dei trapassati. La vediamo seduta in un giardino mentre dialoga con i suoi interlocutori impalpabili, visibili solo a lei e viene da chiedersi se i fantasmi esistano davvero o non siano piuttosto la proiezione dei nostri stati d'animo, dei nostri desideri reconditi, dei nostri bisogni inespressi di rapportarci con una realtà che trascenda i dati sensibili. Un mistero che ha una valenza psicologica ma che, insieme, è un tutt'uno con il mistero che circonda l'Africa e ne fa una terra irreale pur nel suo porsi in modo molto «carnale».
Il romanzo, come si sarà intuito, può leggersi su vari livelli: narrativo, storico, psicologico ed emotivo.
La vicenda si dipana e cresce come una sinfonia: in un certo senso le prime duecento pagine raccolgono un intreccio che culmina e si scioglie nelle ultime cento pagine che corrono via, una facciata dopo l'altra, quando il cunicolo viene scoperto e viene alla luce una tragedia rimasta sepolta per quasi un secolo. Mentre un'altra tragedia si prepara tra i protagonisti dell'attualità. E allora i colpi di scena si susseguono incalzanti ed imprevisti. Sino all'inaspettata scena finale.
Baistrocchi è un diplomatico di carriera, ma tratta con distacco l'ambasciatore Arletti: alla fine è questo il personaggio «negativo», mentre l'archeologo Mercuri è l'elemento «positivo», lo Sherlok Holmes che riesce a venire a capo di tutti i misteri e a mettere nei guai il suo committente.
Un altro aspetto interessante è la vita che si svolge in ambasciata. Qui, l'autore, va sul sicuro: ci ha lavorato una vita e porta il lettore con mano esperta a scoprire le pieghe dell'attività diplomatica. Oggi Baistrocchi è ambasciatore in Nigeria; conosce l'Africa come pochi: un motivo che rende il romanzo oltre che coinvolgente anche istruttivo. (Claudio Gandolfo)

 
Relazioni
eco di stampa di Il castello e i suoi amanti (Libro)
Massimo Baistrocchi ( )





 
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