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Quei fondi per i soggetti deboli


  
 
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Paolo Duranti, saggista, ritiene che la proposta del 5 per mille per la ricostruzione dell'Abruzzo non sia una buona idea

Aver proposto l'utilizzo del 5 per mille per la ricostruzione dell'Abruzzo è stato un errore. Lo ha detto alla "Voce Repubblicana" Paolo Duranti, autore di numerosi saggi sul fisco tra i quali "Agevolazioni alle imprese", edito da Spirali.

Prof. Duranti, come ha trovato il comportamento del Governo che ha privilegiato l'ipotesi del 5 per mille rispetto a quella dell'8 per mille a favore delle popolazioni terremotate?
"Non condivido l'atteggiamento del Governo su questa vicenda. L'esecutivo ha dato la priorità all'ipotesi di utilizzare il 5 per mille per sostenere la ricostruzione dell'Abruzzo. Ma l'ipotesi iniziale era sbagliata nel metodo e nel merito. La scelta di devolvere il 5 per mille a favore della ricostruzione avrebbe significato sottrarre quasi 400 milioni di euro alle onlus, alle associazioni no-profit e di volontariato. Questi fondi sono già destinati ai soggetti deboli. E quindi anche ai terremotati. Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha parlato di poche risorse. Si tratta comunque di somme ingenti. La cifra non era proprio simbolica".

Perché il Governo ha evitato accuratamente di affrontare il tema dell'utilizzo dell'8 per mille, visto che viene previsto esplicitamente un capitolo dedicato alle calamità naturali?
"Ho avuto modo di spiegare che sono rimasto sorpreso da questo comportamento. L'interrogativo non me lo sono posto solo io. Ho già chiarito che si doveva lavorare sull'8 per mille al fine di aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. Non so dare una risposta a questa domanda".

Qualcuno ha fatto anche un'ipotesi maliziosa sostenendo che il Governo non ha voluto togliere i fondi dell'8 per mille alla Chiesa.
"Non spetta a me dire questo. Possiamo lavorare di fantasia. Non me la sento di fare ipotesi e supposizioni di questo genere. I fatti ci dicono che il Governo ha aggiunto un 5 per mille bis, la cui efficacia è ancora tutta da dimostrare".

Se si utilizzasse seriamente la leva dell'8 per mille quanti fondi potrebbero arrivare in Abruzzo?
"Questo non si sa. La Conferenza episcopale italiana ha ricordato che una parte dell'8 per mille sarà destinata alla ricostruzione dell'Abruzzo. Ma la Cei non ha dichiarato l'entità di questa somma. Quindi non si possono fare stime precise. Questa incertezza c'è anche per il 5 per mille. I 18 milioni di cui si era parlato si riferiscono al 2008. Oggi non possiamo dire nulla perché non sappiamo quali saranno le entrate del fisco".

A quali agevolazioni deve pensare il Governo per l'Abruzzo?
"Le misure a favore del Mezzogiorno valgono anche per l'Abruzzo. Le norme agevolative possono funzionare per l'Abruzzo solo se vengono applicate su tutto il territorio nazionale. Lo Stato deve concentrare le imprese e fare innovazione. Questa è la strada della ripresa per l'Abruzzo".

 
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