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Lettere immaginarie, quando il passato bacchetta il presente


  
 
Notazioni

La singolare capacità di Guarini di vedere le cose da un'angolatura differente

A volte sono sciabolate, a volte colpi in punta di fioretto, ma gli affondi di Ruggero Guarini fanno sempre male.
Le "Lettere immaginarie del Fisimario 2008", edito da Spirali, dello scrittore appartenente alla stirpe antica degli intellettuali napoletani, sono il frutto senza dubbio della singolare capacità di vedere le cose - nella fattispecie gli eventi che hanno segnato l'anno passato - da un'angolatura differente. Una prospettiva che mette in ridicolo soprattutto i potenti, e i personaggi più all'ordine del giorno: statisti, politici, mezzi busti, amministratori, nani e ballerine. Così Karl Marx scrive al ministro Renato Brunetta, un embrione al Papa, Palmiro Togliatti a Vladimir Luxuria, Alessandro Manzoni a Mariastella Gelmini, Giacomo Leopardi a Silvio Berlusconi.
Guarini ha un modo di interpretare il ruolo del moralista certamente raffinato. Questo atteggiamento, emotivamente distaccato, deriva forse dalla sua volontà di non farsi contaminare dalla volgarità della televisione e della politica, soprattutto per come quest'ultima viene ora normalmente esercitata.
Il suo epistolario immaginario - chiediamo all'autore - possiede un registro linguistico alto e i contenuti sono di pari livello. Non pensa che a questo specifico genere letterario si adatterebbero scelte un poco più "basse" e divulgative?
«Credo che la forma linguistica adottata in queste mie lettere immaginarie, che fra l'altro sono destinate al supplemento culturale di un'agenzia on line che si rivolge prevalentemente a un target di politici, giornalisti e intellettuali, debba in qualche misura tener conto del fatto che si suppongono scritte da defunti più o meno illustri. Sarei tuttavia felicissimo se un giornale (quotidiano o periodico) mi chiedesse di tentare di svolgere gli stessi temi in forma, diciamo così, più popolare».
Berlusconi, gli ex comunisti e gli ex fascisti sono i destinatari più gettonati. Qualcuno di questi l'ha mai contattata, visto che lei è un pezzo che "smista" posta?
«I big no. Ma la cassetta postale nel mio pc è piena di lettere di miei lettori più o meno assidui. Spesso sono lettere che esprimono consenso. Ma talvolta sono lettere di insulti anche furiosi, come mi è capitato ad esempio dopo il mio articolo sul Foglio, su Silvio-Zeus, della scorsa settimana. In ogni caso la mia produzione pubblicistica suscita effetti sconcertanti in molti miei lettori».
Spesso, nelle missive, pare che trapeli una certa "nostalgia per i bei tempi andati", quelli delle ideologie belle chiare e distinte, quando i "transgender" non esistevano e Togliatti invitava i pederasti a occuparsi solo di pederastia. Sembrerebbe che lei abbia una certa insofferenza verso l'attualità, la contemporaneità in quanto tale.
«Lei si rifà alla mia lettera di Togliatti a Vladimir Luxuria. Guardi che fui proprio io, circa quarant'anni fa, in un libro-antologia intitolato "I primi della classe", il primo a ricordare ai comunisti l'omofobia del loro amato Togliatti e citare la volgarissima glossa con cui tentò di tappare la bocca al premio Nobel André Gide rinfacciandogli la sua pederastia. Questo però non mi impedisce di trovare deplorevole lo stupidissimo attacco al simbolico e all'immaginario eterosessuale sferrato oggi dal proletariato gay, cioè dall'ex onorevole Luxuria, soprattutto da quando è balzata agli onori della cronaca in seguito alla sua vittoria a "L'isola dei famosi". Sul mio supposto disprezzo per l'attualità temo comunque che si sbagli. Gli aspetti più volgari della modernità mi sembrano molto meno volgari della presunta raffinatezza di certi suoi schifiltosissimi critici. È tuttavia vero che la fede nel futuro, incoraggiata dalle utopie di sinistra, non mi sembra meno idiota di quella riposta nel passato, coltivata dalle nostalgie reazionarie».

(Luca Marchesi)

 
Relazioni
eco di stampa di Fisimario 2008. Lettere immaginarie (Libro)
Ruggero Guarini ( )





 
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