«La Georgia deve ritornare a fare parte della famiglia europea, perché è da lì che proveniamo. In questo l'Italia ci può aiutare, e, anzi, è uno dei nostri primi sostenitori». È quanto ha dichiarato il presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, ieri pomeriggio a Roma, nel corso della conferenza stampa di presentazione del libro-intervista scritto dal leader georgiano con Raphael Glucksmann «Io vi parlo di libertà» (edizioni Spirali). Oggetto, da mesi, di forti contestazioni che hanno portato centinaia di persone a manifestare in piazza a Tbilisi, il quarantunenne presidente georgiano si è detto comunque tranquillo. «È normale - afferma -, siamo diventati, dopo tanti sacrifici, una vera democrazia. Adesso siamo un Paese normale. E in democrazia è naturale che non tutti la pensino allo stesso modo». Durante le manifestazioni di piazza, rimarca Saakashvili, la polizia «si è comportata egregiamente». È chiaro, prosegue, «che in momenti di crisi internazionale, dove i giovani non hanno lavoro, dove l'intera economia mondiale ha subito un forte rallentamento, che ci sia malcontento». Ma il mercato della Georgia - dice - sta avendo sviluppi interessanti, «nonostante la Russia ci abbia imposto un embargo totale, facendoci perdere il 70% dei nostri sbocchi commerciali». Tuttavia, ha proseguito, «noi puntiamo a diventare la Singapore del Caucaso. Non soltanto sul piano economico, ma anche su quello politico. E vi garantisco - ammonisce Saakashvili, parlando di un vero salto in avanti della Georgia - che ci riusciremo». Non potevano mancare commenti duri contro la Russia, che dalla guerra dell'agosto 2008 dimostra «una certa ossessione e paranoia nei confronti di un così piccolo Stato come quello georgiano. Ai georgiani, invece, interessa risolvere i problemi di vita quotidiana».
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