Ebrahim Nabavi ha uno spirito guerriero che ruggisce. Il principale autore satirico iraniano, pubblicato in Italia da Spirali, vede all'orizzonte un cambiamento e lotta con tutte le forze perché Ahmadinejad tolga finalmente il disturbo. Lo abbiamo contattato telefonicamente nel primo pomeriggio di oggi (ieri, per chi legge ndr); ha risposto dalle vie antistanti il Parlamento di Bruxelles, mentre stava manifestando a favore di Moussavi. Le nostre domande partono proprio dalla sua azione di piazza.
Nabavi, per quale motivo è andato a manifestare davanti alle stanze dei bottini d'Europa? Ho manifestato per testimoniare a favore di Moussavi, e per fare accettare il fatto che il risultato di queste elezioni è posticcio, va cancellato e le consultazioni vanno rifatte. Sicuramente non è reale il risultato ottenuto.
Quindi bisogna tornare a votare, magari sotto la supervisione delle Nazioni Unite? Non c'è bisogno di operare sotto la supervisione delle Nazioni Unite; ma le consultazioni devono essere effettuate sotto il controllo delle parti che non hanno interessi in ballo, che non hanno interessi al fatto che le elezioni vadano in un certo modo piuttosto che in un altro.
Lei sostiene Moussavi. Per quale motivo? Con Ahmadinejad l'inflazione ha superato il 10 per cento; Moussavi ha esperienza di gestione in tempo di guerra e può quindi ripensare il sistema economico del Paese, può diminuire la difficoltà diffusa. Poi, al tempo di Khatami, nessuno usava la forza, non c'era la polizia islamica in strada che abusava del suo potere. Un milione e mezzo di persone sono state arrestate con Ahmadinejad, Moussavi ha invece promesso che non darà il permesso alla polizia di fermare giovani e donne. Altro esempio: durante la presidenza Khatami, se uno voleva pubblicare un libro lo doveva portare al Ministro della Guida, ma solo l'1 per cento non otteneva il permesso; con Ahmadinejad, il 70% dei testi non viene editato.
E riguardo alla politica estera? Con Khatami, il rapporto tra l'Iran e i maggiori Paesi era buono, avevamo molti amici che ora sono persi. Abbiamo ricevuto più di quattro sanzioni da parte dell'Onu. Moussavi permetterebbe di continuare la politica di Khatami, di recuperare un buon rapporto con l'estero.
Che ci dice rispetto allo sviluppo nucleare? Con Khatami e Rafsanjani era già operativo il programma nucleare; ma il governo si muoveva con una logica, e non c'erano quindi problemi con l'America. Gli Usa temono semplicemente un governo pazzo, un Ahmadinejad che dice quel che dice su Israele e altri Paesi. Possiamo continuare con il nostro programma nucleare ma in modo civile, cosicché gli Stati Uniti possano avere fiducia, perché il programma atomico, legittimo, è portato avanti da un governo affidabile.
Il giornalista Ahmad Rafat sostiene che è in atto uno scontro ai vertici tra Kahmenei e Rafsanjani, e che il movimento di protesta si inserisce in questa diatriba... Secondo me Rafat non è mai andato in Iran negli ultimi trent'anni e non sa cosa succede nel governo iraniano. Quello che sostiene - che lo scontro è di vertice - è ciò che Ahmadinejad propaganda. In realtà, l'unico scontro reale è quello che c'è tra il popolo iraniano e il presidente uscente.
Qual è il ruolo di giovani e donne all'interno dell'Onda Verde? A mio avviso, tra coloro che protestano non ci sono solo giovani e donne, ma tutto il popolo iraniano. Tutti quelli che si sentono insultati da chi ha detto in faccia alla gente tante bugie - cosa che ha fatto molto arrabbiare. Questo è un movimento di cui tutti sono partecipi e Moussavi è il leader, attivo in prima persona nelle proteste. Se rifanno le elezioni regolari, non c'è da aver paura: non è possibile che Ahmadinejad resti dov'è. (Valerio Venturi)
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