La questione russa è tuttora un argomento di profonda complessità; i rapporti di forza e di apparente equilibrio all'interno dell'area caucasica e dell'Europa orientale hanno connotazioni che risentono non solo della più recente attualità, ma che vanno ricostruiti alla luce perlomeno degli ultimi trenta anni di storia. Boris Nemtsov, intellettuale, protagonista del mondo diplomatico e politico russo a partire dagli anni Ottanta ad oggi, nel libro "Disastro Putin. Libertà e democrazia in Russia" (Spirali, 200 pagine, 20 euro) risponde alle domande postegli da un pubblico di cultura italiana ed europea per tentare di intendere la questione slava e caucasica. La guerra dell'agosto 2008 in Georgia, le posizioni dei Paesi ex sovietici come Ucraina, Georgia, la condizione delle zone dell'Ossezia e dell'Abkhazia, i vincoli energetici con le regioni del Kazakhstan, e dell'Uzbekistan, e ancora le implicazioni economiche e politiche delle grandi risorse energetiche dell'area, la provenienza politica e sociale di Vladimir Putin e la nuova comparsa di Dmitrij Medvedev sulla scena internazionale, sono solo alcune delle domande a cui un profondo e acuto intellettuale e politico russo come Nemtsov risponde, cercando di far intendere anche al lettore italiano le dinamiche che strutturano le vicende politiche ed economiche in Europa orientale e in Asia centrale. A conclusione della conversazione con Nemtsov viene pubblicata anche un'edizione ampliata e riveduta del famoso dossier pubblicato a febbraio 2008 dalla "Novaja Gazeta", "Putin i itoghi", con il titolo italiano "Putin e Gazprom", scritto da Nemtsov (già vicepresidente russo e ministro dell'Energia, oggi candidato al governo della città russa di Sochi dove nel 2014 si terranno le Olimpiadi invernali) in collaborazione con Vladimir Milov (già vice ministro per l'Energia, ha lavorato per molti anni in stretta relazione con Gazprom). "Putin e Gazprom" è un bilancio degli ultimi quindici anni di attività dell'enorme colosso energetico, in cui sono raccolti tutti i dati significativi che evidenziano la compromissione della società in attività collaterali non riconducibili strettamente alla sua funzione di estrattore e fornitore di gas.
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