The Second Renaissance
     
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Harry Wu. La storia di una persecuzione


  
 
Notazioni

La mia è la storia di tutti coloro che hanno patito la tirannia e l'ingiustizia per mano di un potere crudele e monolitico. La mia è la storia del Laogai (una particolare forma di lavoro forzato e, in senso invece restrittivo, un campo di lavoro ndr).
Nel febbraio del 1957 ebbe inizio la "Campagna dei cento fiori". Sottoposto a un'enorme pressione dai miei compagni di università, elencai una serie di critiche alla linea politica del partito. Allora non sapevo minimamente che queste critiche, dieci in tutto, avrebbero inciso tremendamente sul mio futuro.
L'anno seguente l'atmosfera politica divenne ancora più opprimente. Il 20 ottobre 1957, fuori della mensa universitaria, comparve uno striscione dal titolo "I crimini controrivoluzionari di Wu Hongda", che elencava i miei presunti crimini. Il mio nome era stato cancellato con una riga rossa a indicare che ero stato bandito dalla comunità. Ero diventato un destrorso. Senza dire addio a nessuno, io e i miei effetti personali fummo caricati su una jeep e portati al Centro di detenzione di Beiyuan. Avevo ventitré anni. Nell'aprile del 1962 cominciai a nutrire la speranza che i prigionieri accusati di essere di destra sarebbero stati presto rilasciati, poiché ci stavamo avvicinando alla scadenza del nostro terzo anno di prigionia nei campi di lavoro, e tre anni era considerata la pena massima per un destrorso. Fui invece trasferito in un altro campo. Nel corso dei successivi sette anni avrei sofferto moltissimo: sopportai un periodo di reclusione in cella di isolamento; fui sottoposto ad alimentazione forzata attraverso il naso in risposta allo sciopero della fame che avevo intrapreso; fui picchiato dalle guardie carcerarie e mi ruppi un braccio durante un pestaggio organizzato contro di me. Ho visto uomini impazzire a causa della prigionia, e ne ho visti altri togliersi la vita. Per tutto il tempo sono rimasto aggrappato all'istinto di sopravvivenza nella speranza che un giorno avrei riacquistato la mia libertà, un traguardo che sembrava svanire giorno dopo giorno.
Nel 1979, alcuni anni dopo la morte di Mao, Deng Xiaoping si disfò di molti prigionieri "condannati" come controrivoluzionari e destrorsi. Io ero fra di loro, e finalmente riacquistai parte della mia libertà. Una volta liberato potei finalmente far visita a mio padre. Una delle ultime cose che mi disse prima di morire fu che non sarei mai stato veramente libero in Cina, e mi esortò partire. Così nel 1982 feci domanda per il permesso di espatrio e, infine, nel 1985 ebbi la mia occasione. Giunsi negli Stati Uniti come "visiting professor" con 40 dollari in tasca. Nel 1986 parlai per la prima volta in pubblico delle mie esperienze nel Laogai cinese.
Le emozioni che avevo tenuto nascoste per tutti quegli anni infine riemersero, e terminai la mia relazione in lacrime. Il mio intervento sortì un forte effetto sui presenti, che mi domandarono cosa potessero fare per aiutare coloro che erano tuttora vittime del sistema del Laogai. Questo mi fece pensare che, probabilmente, se più persone fossero state a conoscenza delle atrocità che venivano compiute in Cina, si sarebbe potuto fare qualcosa per porvi fine. In quel momento compresi che dovevo continuare a raccontare la mia storia.

 
Relazioni
eco di stampa di Harry Wu (Professore universitario e attivista per i diritti umani)
Laogai. L'orrore cinese (Libro)





 
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