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«Internet, o la poesia della vita»


  
 
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Che cosa avrà da dire un grande del pensiero di 88 anni su Internet? Probabilmente che la Rete è lenta, perché la mente, almeno la sua, va molto più veloce. Parliamo di Edgar Morin, sociologo e filosofo francese che domani arriva al Teatro Dal Verme per la chiusura di Meet the Media Guru - seguitissima rassegna ideata da Maria Grazia Mattei, realizzata con il sostegno di Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano - dove si riflette su uso e percezione delle nuove tecnologie con ospiti di alto livello.
Conferenza che si preannuncia sold out (già un migliaio gli iscritti in un teatro da 1300 posti) anche se sarà possibile seguirla in streaming - e intervenire con domande via Twitter e non solo - sul sito della rassegna: Edgar Morin, infatti, ha anticipato un tema centrale della Rete. Dopo i lavori degli anni Sessanta come sociologo sulla cultura di massa, ha spostato l'attenzione sulla costruzione del sapere. E ha messo in luce un concetto fondamentale: la «reliance», ovvero la connessione/collegamento (quasi il link di Internet) tra diverse sfere del sapere, come motore di ogni progresso. Essere esperti di una sola area disciplinare, sostiene Morin, è inutile: bisogna superare la specializzazione. «La frammentazione dei saperi», racconta lo studioso, che ha esposto il suo pensiero nei sei volumi Il metodo pubblicati in parte da Cortina, «impedisce di concepire i problemi fondamentali e globali. Per ciascuno di noi e per il pianeta: serve l'associazione coerente di conoscenze disperse. L'accumulazione delle conoscenze non collegate tra loro rende ciechi, contribuisce alla corsa verso la catastrofe in cui è catturata l'umanità».
«Uno scienziato che non sa nulla di finanza è inutile quanto un esperto finanziario che non sa nulla di scienza», continua Morin. «La specializzazione eccessiva rende più esposti a errori e crisi». Così, per connettere al meglio le cose, Morin è diventato presidente di La Voix du Net, associazione fondata da Valérie-Eve Moerau per creare un fondo di beni comuni artistici e del pensiero da condividere anche attraverso la Rete.
«Il movimento dei Beni Comuni», racconta il filosofo, «propone agli autori di contribuire al patrimonio umano universale donando una o più loro opere. Era un'idea cara al poeta e presidente senegalese Léopold Senghor».
Il lancio del progetto avverrà a Milano, con le opere che il fotografo francese Michel Kirch regalerà all'associazione, e proseguirà nel 2010 a Pondycherry (India), Fes (Marocco) e Rio (Brasile). L'obiettivo? «Contribuire all'avvento di una società più umana e cosciente, dove prosperi la cultura della condivisione», spiega Morin, che ha deciso di non perseguire le tante edizioni pirata dei suoi libri. «Insomma, mettere in movimento anche con la Rete la poesia della vita». (Alessandro Beretta)

 
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eco di stampa di Edgar Morin Nahoum ( )





 
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