PORDENONE - «La battaglia contro il razzismo e l'antisemitismo è un lavoro a tempo pieno: se volete salire sulla barricata e rimanerci, siete i benvenuti». Lo scrittore Marek Halter parla ai circa quattrocento studenti delle superiori che l'hanno incontrato ieri nell'auditorium "Don Bosco". Un lungo applauso a raccogliere la sfida, dopo che l'intellettuale ha portato la sua testimonianza di deportato in Russia prima e di interlocutore politico poi nei processi di pace per il Medioriente. Testimonianze di «un uomo che - spiega - nei suoi libri narra delle storie, ma che usa la narrativa per condividere qualcosa con gli altri». E testimonianze che sono una lunga cavalcata attraverso la storia e i personaggi del Novecento. Quelli che spesso sfuggono negli ultimi scorci dei programmi scolastici e che nel racconto di Halter prendono forma nei loro tratti di quotidianità. Come il premier israeliano Golda Meir, considerata un po' come la nonna mai conosciuta perché morta ad Auschwitz. Di Golda Meir, Halter ricorda l'ufficio con un grande tavolo di legno sgombro («perché un uomo politico non deve prendere appunti ma avere una buona memoria, e se non ce l'ha è meglio che si dimetta»), il no senza appello a un incontro con Yasse Arafat e poi quella telefonata alle sei del mattino con una sola parola, «Ler», «Vai». Cantastorie n po' per caso e un po' per necessità - per colpa di un libriccino sui tre moschettieri ricevuto in regalo dal nonno e poi "riciclato" e reinventato per intrattenere per lungo tempo le serate di un gruppo di ladri - Halter è stato tra i fondatori, nel 1984, di Sos Racisme: «Eravamo i primi a dire ai nostri contemporanei in Europa che il mondo stava cambiando. Ma dire che il razzismo e l'antisemitismo sono uguali è come dire che la sifilide è uguale all'Hiv. Invece lo straniero di colore è visibile, mentre un ebreo non lo è. Abbiamo la consapevolezza della sua diversità, ma non la vediamo e per questo lo consideriamo ancora più pericoloso. Per questo sono due mali per i quali bisogna utilizzare medicine diverse, cambiare i manuali scolastici: in classi con studenti di origine musulmana, basterebbe ricordare che lo zero e l'algebra sono scoperte arabe».
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