La storia comincia il 19 giugno del 1964 quando Juanita Castro abbandona definitivamente Cuba. Va prima in Messico e poi a Miami, dove vive da molti anni (oggi ne ha 76). Juanita non è una dissidente anticastrista qualsiasi ma la sorella minore di Fidel e Raul Castro. Ci ha messo dieci anni a scrivere, con una giornalista televisiva molto nota (Maria Antonieta Collins), un libro sulle sue memorie e gli eventi degli ultimi cinquant'anni che hanno segnato l'esistenza di milioni di persone. Nel libro I miei fratelli Fidel e Raul - La storia segreta (Fazi editore) Juanita descrive i fratelli in modo inedito: Raul (conosciuto come un militare che non concede nulla) è rappresentato come un uomo «generoso, ricco di sensibilità, con un forte senso della famiglia e dell'umorismo», in netta cotrapposizione a Fidel, leader spietato, egoista e arrogante. Dal libro emerge anche il carattere violento della rivoluzione, fatto di esecuzioni sommarie, di torture, di carcere duro per i dissidenti, di vendette atroci ed epurazioni. Niente di più lontano dall'immagine che tanti media (e tanti cantori della rivoluzione fidelista, anche italiani) ci hanno raccontato. Il libro è una miniera di rivelazioni da una protagonista e testimone molto vicina agli artefici di una sanguinaria rivoluzione. Che Guevara, icona pop della cultura occidentale, viene presentato, in ogni dettaglio, come un uomo sanguinario e calcolatore. Eppure ancora oggi i giovani ignari continuano a portare la maglietta con l'effige di questo terrorista spacciato per rivoluzionario «senza macchia e senza paura». E che cosa dire di tutti quei mentecatti che ancora oggi si ostinano a difendere il regime dei dittatori Castro? Se avete ancora qualche dubbio sulla natura violenta del regime comunista cubano andate a leggere il libro di Armando Valladares, uscito ora in una nuova edizione da Spirali, Contro ogni speranza. L'autore è stato ben 22 anni nelle disumane carceri politiche di Fidel soltanto perché ha espresso opinioni contrarie al marxismo-leninismo. Come oggi lo sono Guillermo Farinas (in sciopero della fame dal 24 aprile) e almeno altri 200 prigionieri politici. Valladares venne perseguitato, torturato e incarcerato e per 46 giorni gli furono negati gli alimenti. Amnesty International lo adottò e solo nel 1982 il presidente Francois Mitterrand riuscì a ottenere da Castro la libertà del poeta. Ora questo libro rappresenta una vibrante denuncia della gravissime condizioni in cui si trovano i detenuti nelle carceri del castro-comunismo nella decantata (dagli ingenui o fanatici comunisti occidentali) isola dei Caraibi. [...] (Aldo Forbice)
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