Nato nell'agosto del 1932 a Melilla, nel Marocco francese, Fernando Arrabal si è imposto come uno dei più significativi e poliedrici protagonisti della vita culturale del nostro secolo. Drammaturgo, romanziere, poeta, pittore, regista cinematografico, Arrabal ha sempre sfidato, si potrebbe dire con la determinazione e il coraggio di un torero, la banalità, i soprusi, le mortificazioni arrecate all'uomo usando, come muleta, l'intelligenza e la forza della creazione artistica.
La sua vita del resti, iniziata sotto l'ombra della guerra civile spagnola (il padre venne arrestato nel 1936 per aver rifiutato di unirsi al colpo di stato militare di Franco), è stata segnata da un'attività instancabile ricca di proposte e suggerimenti, da quando, nel 1955 andò a vivere a Parigi. l'elenco di quanto ha fatto è lunghissimo: basta ricordare la piéce Picnic in campagna, la creazione, nel 1962, del Movimento Panico (nome che si richiama al dio greco Pan), testi come Strip-Tease della gelosia, Dio è impazzito?, Dio tentato dalla matematica (che ottenne il gran premio dell'umorismo nero), Bestialità erotica, i quadri onirici, film Viva la Muerte, Andrò come un cavallo pazzo, L'albero di Guernica. In questa svariata produzione non vanno dimenticate anche le famose lettere a Franco (che lo aveva fatto arrestare nel 1972) e a Fidel Castro nel 1983.
Un dato essenziale nella vita di Arrabal è stato il consenso raggiunto, l'amicizia di grandi personaggi dell'arte e della cultura: Picasso, Dalì, Mirò, Calder, Pollock, Man Ray, Duchamp, Messagier, Botero, Camacho, Van Velde, Max Ernst e molti altri che hanno fatto dono ad Arrabal di loro opere, raccolte in una preziosissima collezione, ora esposta nelle sale della Villa San Carlo Borromeo, a Senago (Milano), fino al 23 settembre.
Parigi l'avanguardia: Arrabal Espace - come è chiamata la mostra - raccoglie le testimonianze artistiche più significative di questo secolo nelle quali s'intrecciano elementi d'ironia, di contraddizione, d'umorismo, di colore, di parodia essenziali per comprendere lo spirito pittorico della nostra epoca. Si tratta poi di un'occasione unica per ammirare una stupenda collezione personale che l'artista lascerà in dono al governo spagnolo.
Il sessantenne Arrabal, dopo aver presentato l'esposizione a Senago, è rimasto a Milano per girare un film su Borges, sul tema della confusione divina.
"Secondo Borges - ha dichiarato in un'intervista - Dio è confuso, non distingue fra l'assassino e la sua vittima". Arrabal non si ferma mai. (Paolo Grieco)