The Second Renaissance
     
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 Il millennio di Attali


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Il millennio di Attali


  
 
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Sempre più i protagonisti della vita politica europea, da Bérégovoy a Craxi, vengono falcidiati da accuse di corruzione, concussione, interessi privati, che bastano, in taluni casi, a stroncarne l'attività politica, e non solo. Sembra che criteri di valutazione della politica stiano diventando il diritto, l'economia, la morale, come se fossero giustizia e onestà a decidere della qualità politica; altri parametri, quali l'intraprendenza, l'esperienza, l'interdisciplinarità, l'intellettualità, passano troppo spesso in secondo piano. Innanzi a tanti mediocri che ora avanzano nella politica e nell'economia con il solo pregio delle mani pulite (o quasi), avis rara risulta Jacques Attali, oggi presidente della Banca Europea per la ricostruzione e lo Sviluppo dell'Europa dell'Est. È stato consigliere economico di Mitterrand, ha insegnato all'Ecole Polytechinique e all'università di Parigi IX; è filosofo, storico, romanziere e saggista, basti pensare a L'ordine cannibale. Vita e morte della medicina (Feltrinelli) o a Storie del tempo (Spirali/Vel edizioni), fino ai recentissimi romanzi  La vita eterna e Il primo giorno dopo me (Spirali/Vel edizioni).
Direttamente dagli Stati Uniti esce in questi giorni in Italia il suo pamphlet più riuscito (come indica il suo notevole successo oltr'oceano) Millennium (Spirali/Vel edizioni), stampato precedentemente in Francia con il titolo Ligne d'orizon, che, nella prefazione, il politologo Alvin Toffler definisce “un libro, di volta in volta, sconvolgente e esilarante. Mentre parla della normalità della crisi o discute degli 'oggetti nomadi' che, secondo lui, saranno i principali prodotti dell'economia di domani o delinea gli otto successivi spostamenti del potere economico mondiale e la venuta di quella che chiama la 'nona forma di mercato' o mentre dimostra che le macchine chiave di domani daranno al consumatore il potere di divenire produttore dei propri servizi, Attali è sempre scintillante, sempre scoppiettante d'intelligenza creativa. In queste pagine, ci sono molte idee da cui potrei dissentire. Ma poche ve ne sono da cui non possa imparare. Attali ha cose da insegnare a tutti”.
In effetti Attali si pone questioni decisive. Alla vigilia del terzo millennio, quale nuovo ordine politico si profila dinanzi a noi? Quale sviluppo? Quali rapporti di potere tra le nazioni? Quali stili di vita? Quali tendenze artistiche? Questioni essenziali per l'imprenditore, per il politico, per il finanziere, per il risparmiatore, certo, ma il modo con cui Attali vi risponde tocca ciascuno che esista in questo tempo, che è il tempo di trasformazione, che va preparando l'assetto del terzo millennio. Attali analizza infatti la politica planetaria, le risorse economiche, l'innovazione tecnologica, attento particolarmente alle loro implicazioni sulla società, sul modo di vivere e di organizzarsi degli individui e delle collettività. Per lui l'economia incide sull'organizzazione sociale, ma soprattutto la trasformazione culturale e sociale risulta la base di quella economica e politica.
Millennium non è un libro di futurologia: Attali non prevede, cioè non contempla l'avvenire, sembra piuttosto progettarlo, costruirlo, indicarne gli orientamenti verificandone le condizioni; e sempre a partire da quel che non si vede, che non è ovvio, ma che può già avvertirsi e intendersi perché va incominciando in modo nuovo, autentico, originario. La storia accelera, i blocchi si dissolvono, la democrazia guadagna terreno, ovunque sorgono nuovo attori e nuove poste in gioco. Ma se di fronte a tali evoluzioni, apparentemente disordinate, va di moda diffidare dei modelli, abbandonarsi al gioco delle molteplici forze che agitano il pianeta, fare del mercato il padrone di ogni cosa, l'arbitro di ogni cultura, Attali non sottoscrive questo costume dell'epoca, questo primato del senso comune fino al catastrofismo generalizzato.
“Al contrario – scrive – ritengo che la nostra come ogni epoca sia relativamente spiegabile, che l'avvenire possa essere chiarificato con ipotesi serie, che siamo in grado di schizzare le linee dell'orizzonte. A condizione di gettare ponti fra gli attuali innumerevoli aspetti delle scienze sociali e di servircene per dare senso al rigoglio di fatti che sorprendono il nostro quotidiano”. Con questo libro il ponte dell'internazionalismo e dell'intersettorialità è lanciato: una bella lezione d'intelligenza ai block notes nostrani dei politici e degli economisti che scrivono sui giornali, ai giornalisti che a ogni piè sospinto straparlano di politica e di economia ma soprattutto a chi crede che per fare politica basti la faccia pulita.

 
Relazioni
eco di stampa di Jacques Attali ( )
Millennium (Libro)





 
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