Ferdinando Ambrosino, pittore e scultore partenopeo, nato a Bacoli, uomo del sud, cultore della storia, con una florida carriera artistica alle spalle e un futuro proiettato verso nuove avventure e sfide, in questi giorni impreziosisce l'offerta culturale della Fondazione Ravello esponendo alcune delle sue ultime opere nelle Sale Superiori di Villa Rufolo. Opere che rappresentano – come lui stesso ha confermato – “il periodo introspettivo” della sua produzione artistica. Produzione che ha spaziato tra soggetti e materiali. Dal 1967, ano della sua prima personale al Maschio Angioino di Napoli, passando dal Venezuela agli Stati Uniti, Ambrosino ha sempre ottenuto un grande successo di critica e pubblico destando l'attenzione di televisioni, quotidiani e riviste specializzate per il suo modo del tutto personale di segnare le tele e di plasmare la materia. Tra un viaggio e l'altro il maestro si è fermato a Ravello.
Maestro Ambrosino ci dia una definizione di Sud e ci racconti cosa rappresenta per lei il Sud visto che le sue opere sono permeate da questa sorta di “categoria dello spirito”. Io sono nato al Sud ed in Campania mi sono formato culturalmente ed artisticamente. Pertanto ho assaporato tutto del Sud dell'Italia, le tragedie umane ed ambientali, ma anche la grande umanità e, soprattutto, questa presenza antica. Parlo del mondo greco-romano.
Ha seguito una linea emotiva o logica nella scelta delle opere che espone a Ravello? La mostra di Ravello a Villa Rufolo rientra in un itinerario artistico ed espositivo iniziato quest'anno con una mia personale inauguratasi il 12 marzo negli Stati Uniti d'America, a San Francisco, presso l'Istituto Italiano di Cultura.
Conosceva già Ravello? Quali sensazioni le ha comunicato Ravello e ancora di più Villa Rufolo, il luogo in cui sta esponendo. Conosco molto bene Ravello e Villa Rufolo. Sono un frequentatore dei luoghi magici che la Costiera Amalfitana offre. Esporre a Villa Rufolo è un'emozione forte. In questo luogo si avverte la presenza della storia, della cultura, e le mie opere sono un viaggio nel tempo, un percorso a ritroso nel mondo greco e latino. Non può esserci luogo più appropriato per accogliere questo mio percorso artistico. [...]
|