Aveva 89 anni ed è stato il più grande critico americano, il più discusso, il più citato. Il più erudito. “L’ultimo barricato sul fronte del Sublime”, come diceva di sé. Perché Harold Bloom, morto in un ospedale di New Haven nel Connecticut, ha scritto e codificato “Il Canone occidentale”, che contiene la lista analitica e ambiziosa dei grandi scrittori su cui è stata costruita la letteratura occidentale. Shakespeare per lui era “dio” e “l’inventore dell’umano”; il suo “Canone” comprende 26 autori, tra cui Dante e Cervantes, Molière e Tolstoj, Montaigne e Borges, Proust, Kafka e Virginia Woolf.
Nato a New York l’11 luglio 1930 e cresciuto in una famiglia ebraica, i suoi saggi – ne ha scritti più di quaranta – sono studiati in tutto il mondo.
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