"Come instaurare il brainworking, l’intellettualità della nostra vita? Come stabilire la disposizione alla novità, sia quella che risalta dalla scrittura della ricerca sia quella che risalta dalla scrittura delle cose che facciamo secondo l’occorrenza?
Senza la domanda intellettuale, immaginiamo o crediamo che lo scopo sia di redigere un contratto, anziché d’instaurare il dispositivo. Allora, diveniamo osservatori, ci osserviamo, rappresentiamo i nostri arti, i nostri organi, i muscoli, i nervi, l’interno, l’esterno. Ci occupiamo del nostro stato psicofisico. Cerchiamo segni, scrutiamo segnali. Osservando, inseguiamo significazioni. E su questo stato soggettivo universale si stabilisce un business mondiale.
La scena non è la psiche. Il cervello non è lo psichico. Corpo e scena: non c’è più il somatico, non c’è più lo psichico. Non soltanto non c’è più la psicosomatica, ma il corpo non è somatico e la scena non è psichica. Il corpo è originario, la scena è originaria. Per ciascun atto, il cervello della nostra vita è da instaurare [...]."
(Armando Verdiglione da Il brainworking: la direzione intellettuale, la formazione dell'imprenditore, la ristrutturazione delle aziende, Edizione Spirali, 2003)
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