Appartenne a una famiglia di commercianti israeliti; il padre e numerosi suoi parenti, deportati durante l'occupazione nazista di Parigi, perderanno la vita nei campi di sterminio. Si laurea in legge e diventa avvocato giovanissimo. Si dedica al penale. Nel 1975 pronuncia davanti alla corte d'assise di Troyes un'arringa memorabile, nel corso della quale sferra un attacco senza quartiere contro la pena di morte allora in vigore in Francia. Otterrà che l'imputato, l'infanticida Patrick Henry, sia condannato all'ergastolo anziché alla pena capitale richiesta dal pubblico ministero e da gran parte dell'opinione pubblica. Fu il primo passo di una lunga battaglia che si concluderà solo nel 1981. Nominato ministro della giustizia nel 1981, appena insediato, presenta all'Assemblée Nationale un disegno di legge che prevede l'abolizione della pena capitale. La legge è approvata il 18 ottobre di quell'anno, mandando definitivamente in pensione la ghigliottina. Insedia anche una commissione di giuristi, con l'incarico di riformare in senso garantista il codice penale del 1810. Fu confermato ministro della giustizia nel governo di Laurent Fabius, nel 1984. Nominato presidente del Consiglio Costituzionale, resterà in carica fino alla scadenza del suo mandato nel marzo 1995. Vice presidente della Convenzione Europea dal 2003 al 2005, è considerato una delle personalità più autorevoli del mondo politico e intellettuale francese e i suoi frequenti interventi sulla stampa (soprattutto sul quotidiano della sera "Le Monde") e alla televisione, solitamente per sostenere cause umanitarie, erano sempre ascoltati con grande attenzione e rispetto.
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