Vittorio Mathieu (1923-2020), laureato in Filosofia teoretica a Torino nel 1946 e libero docente nella stessa materia nel 1956, dal 1958 è stato incaricato e dal 1961 ordinario di Filosofia teoretica all'Università di Trieste. Primo vincitore del concorso di Storia della filosofia del 1960, dal 1967 è stato ordinario di Filosofia, poi di Filosofia morale, nella Università di Torino. Comandato al Centro interdisciplinare dell'Accademia dei Lincei, di cui è stato Socio nazionale dal 1990. Dal 1972 al 1980, è stato membro del Comitato 08 del CNR. Dal 1976 al 1980 è stato membro e poi vicepresidente del Consiglio esecutivo dell'UNESCO (Parigi). È stato membro del comitato premi della Fondazione internazionale Balzan. Molte le sue pubblicazioni, tra cui: Bergson (1954); La filosofia trascendentale e l'Opus postumum di Kant (1958); Leibniz e Des Bosses (1960); L'oggettività nella scienza e nella filosofia contemporanea (1960); Il problema dell'esperienza (1963); Dio nel "Libro d'ore" di R.M. Rilke (1968); Dialettica della libertà (1970); La speranza nella rivoluzione (1972); Perché punire (1980); Cancro in Occidente (1983); Filosofia del denaro (1985). Mathieu è inoltre autore di una Storia della filosofia (1965). Gli interessi di Mathieu vertono sul rapporto tra scienza e filosofia, entrambe indispensabili per intendere la realtà da punti di vista complementari. La scienza elabora concetti operativi, e perciò oggettivi, che però non esauriscono la realtà in tutti i suoi aspetti. La filosofia interpreta la realtà, anche in quegli aspetti che non si lasciano oggettivare operativamente, ma non sono per questo meno reali e dotati di valore. L'attività "ermeneutica" — ossia interpretativa del reale — si esplica in campo estetico, etico, storico, oltre che di filosofia generale, alla quale Mathieu ha cercato di contribuire con una metafisica della "differenza ontologica" tra i diversi livelli dell'essere.
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