Fausto Tapergi (1909-2009) è nato a Roma l'8 agosto 1909. Quattro anni dopo, la famiglia si trasferisce a Milano, dato che il padre è tra i maggiori cantanti d'opera, in voce di basso, del suo tempo, e Milano è il più importante centro europeo dell'arte lirica. Frequenta le scuole: elementari, tecnica, agraria. Il dissesto della Banca di Sconto assorbe quasi gli interi risparmi del padre nella sua rapida carriera e ne mina la salute. A 49 anni, il padre muore. E nel 1931 il figlio è costretto a rinunciare all'università e a trovare un impiego. Fin dall'adolescenza, c'è in lui una forte vocazione per le lettere e la filosofia, studi che avrebbe proseguito da solo. Fra i 17 e i 18 anni ha scritto alcune poesie, poi pubblicate. A 23 anni, attrae l'attenzione di Alessandro Casati, già ministro dell'Istruzione, che gli presentò Benedetto Croce. Da allora e fino allo scoppio della guerra, il filosofo lo intrattiene a colloquio ogni volta che si reca a Milano. I libri di allora, rimasti manoscritti (Verso una nuova religione; Critica ad alcuni punti della filosofia di Benedetto Croce; Principi per una critica della filosofia; La Nuova Religione, in due grossi volumi) da Casati sono stati portati in una villa di Arcore per sottrarli ai bombardamenti. Nel dopoguerra, dopo aver combattuto in Russia e in Sicilia, dovendo provvedere alla madre, alla moglie e ai due figli, lavora, prima come organizzatore commerciale, poi come direttore, infine come imprenditore, dimostrando notevole talento, soprattutto nel settore amministrativo-finanziario e in quello commerciale. Fonda un'azienda leader mondiale nella produzione di lame per il taglio del granito. Intellettuale perché imprenditore, imprenditore perché intellettuale, non ha mai abbandonato lo studio, la ricerca, la lettura. Ha scritto e pubblicato i saggi: Gli insegnamenti di papà Simplicio; Il mondo fisico; Attualità della filosofia e in specie quella di Benedetto Croce; Machiavelli questo sconosciuto e la raccolta Le poesie. È anche autore di alcune commedie, tra cui Il corsaro, liberamente tratta da una novella del Boccaccio; Lo spillo; Il dramma dell'Isola felice. La commedia Il corsaro, è stata rappresentata dalla Compagnia di Arnoldo Foà. Intensa è stata la sua attività editoriale, su riviste e periodici ("Mondo Libero", "La Gironda", "Il Pianeta Uomo", "Il secondo rinascimento", e altri), per i quali ha scritto un centinaio di saggi e di articoli intorno a politica e economia, problemi sociali, critica letteraria, questioni filosofiche e culturali. Ha tenuto numerose conferenze in diverse città.
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