Valentin Tereshenko (1941-2021) nacque in Siberia, la terra del gulag. La famiglia, troncata e bistrattata, era ricacciata in condizioni di vita impossibili, in circostanze invivibili. Tereshenko trae a suo modo, un modo mai polemico, l'essenziale della memoria russa, europea e mediterranea e siberiana verso l'impressionismo, verso la grafica, verso la sua scrittura. Trae i frutti delle avanguardie e di ciò che produceva in Siberia o in Bielorussia o in Ucraina e non diventava mai di moda a Mosca. La sua riuscita è stata e è ormai internazionale. Specialmente nell'ultimo decennio. La lingua di Tereshenko è la lingua del dispositivo intellettuale di ciò che avverrà. Con la sua opera, l'ombra del totalitarismo non incombe più, dinanzi.
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