Poeta, scrittore e giornalista, nasce a Cuba nel 1921. In giovane età entra nel Partito Comunista Cubano, che abbandona negli anni quaranta, restando comunque su posizioni di sinistra; nel 1952, in seguito al colpo di Stato di Batista, contribuisce al Movimento 26 de Julio, guidato da Fidel Castro e pubblica un giornale clandestino "Revoluciòn". A causa di un articolo viene incarcerato e torturato dalla polizia; alla sua liberazione va in esilio in Messico e in Florida. In seguito, Castro lo trasferisce in Sierra Maestra dove continua a lavorare per il giornale e per Radio Rebelde, la stazione radio del movimento. Nel 1959, in seguito alla rivoluzione cubana, "Revolucion" esce dalla clandestinità: Franqui sostiene numerose iniziative di carattere artistico e letterario. La sua posizione critica lo porta però a frequenti disaccordi con il governo e negli anni sessanta il giornale viene chiuso. Gli è consentito di trasferirsi in Italia con la sua famiglia, in veste di rappresentante culturale di Cuba. Nel 1968, a causa dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia, rompe ufficialmente con il governo cubano, che lo accusa di tradimento e di legami con la Cia. Ora che il suo esilio è definitivo si dedica alla scrittura di opere sovietiche sulla rivoluzione cubana (ad esempio El libro de los Doce). Continua la sua campagna contro al repressione a Cuba e in altri Paesi. Nei primi anni novanta si trasferisce a Porto Rico, dove nel 1996 fonda "Carta de Cuba", un giornale che pubblica articoli di giornalisti e scrittori cubani indipendenti.
Echi dal Web
La figlia di Fidel e gli altri dissidenti. Alina Castro, Carlos Franqui e l'iraniana Marina Nemat tra libertà e dittature (file audio sul sito RAI - Radio1)
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