Nata a Teheran nel 1965, è adolescente quando scoppia la rivoluzione islamica dell'ayatollah Khomeini. Contraria alle politiche oppressive del nuovo governo, partecipa alle manifestazioni di protesta e scrive su un giornale studentesco articoli contro la rivoluzione. Nel gennaio 1982, a 16 anni, chiede all'insegnante di matematica di non fare propaganda politica: viene arrestata e rinchiusa nella prigione Evin, dove è sottoposta a torture. È condannata a morte. Riesce a sopravvivere grazie all'intervento di uno dei suoi carcerieri, Ali Moosavi: in cambio deve convertirsi all'Islam e sposarlo. Alla morte di Moosavi, qualche anno dopo, Marina sposa Andre Nemat e fugge con lui in Canada. Nel 2007 pubblica il libro Prisoner of Tehran, oggi tradotto in 13 lingue.
Echi dal Web Marina Nemat ("pbs.org")
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