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Ragioni di vita
Libro
pp. 155
15,49 €
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Romanzo di Antonio Saccà.
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Tre racconti. Pensieri sconclusionati dovuti all'insonnia narra, in prima persona, vicende, apparentemente lasciate in successione involontaria, in cui l'insonne scrivente, un professore, dice di sé e degli abitanti dell'edificio dove abita. Tutto e tutti infastidiscono il narratore, la vicina di porta, pazza e timorosa, la coppia accanto, sempre in cerca di novità, gli studenti della scuola nella quale insegna, la vita stessa e lui medesimo. Un sogno di quiete solitaria, nella mancanza di ogni presenza esterna o nella cessazione di ogni esistenza, insorge nella mente del narratore, unica soluzione all'impossibilità di rapporti non disturbati con la realtà. È attesa della distruzione, attesa e volontà di distruzione che fanno tollerare le giornate al rabbioso scrittore. Anche nell'Impossesso chi narra è un professore: egli s'innamora di una studentessa. Questo innamoramento è vissuto dal professore come una radicale perdita di essenza, che egli ripone nella fanciulla, Agnese. Avendo scoperto che Agnese contiene la ragione di vita del professore, costui cerca di farle capire che Agnese dovrebbe, deve sentire l'orgoglio di persona essenziale, di persona che risolve la vita: bella, giovane, amata. La ragazza non è disposta né a ricevere né a darsi importanza, vuole essere "come le altre", fuggirà l'insostenibile consapevolezza di scopi ardui che le impongono di valere. In Mal d'Europa è il narratore a fuggire dalla città in cui la donna amata, non credendo nel suo amore, gl'impedisce di vederla. Per non soffrire il quotidiano rifiuto, la fuga, appunto. Negli Stati Uniti. Per annientarsi in un Continente. Ma proprio l'annientamento della civiltà causa la ribellione: sia salva almeno la civiltà, se non possiamo salvarci dalla morte. Il ritorno in Europa avviene con questa determinazione.
Tre racconti che innalzano l'arte a unico baluardo contro il dilagante conformismo
Attraverso le vicende dei protagonisti dei tre racconti, Saccà dipinge, con tratti decisi, gli aspetti più quotidiani e al tempo stesso più inquietanti del "disagio della civiltà". Ma nulla, né la fuga né la trasgressione, varrà contro l'asfissia del luogo comune nella società conformista. Restano, ancora e soltanto, l'arte e la scrittura.
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