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Trattato del labirinto
Libro
pp. 216
20,00 €
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Saggio di Jacques Attali.
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È molto probabile che questo millennio veda fiorire totalitarismi estremi e oscuri, ottusi settarismi, terrificanti violenze. Ma chi saprà collocare i labirinti di domani nella loro continuità storica e mitologica, chi saprà accettarsi come l'erede di lunghissime peripezie, capirà che l'economia più futurista, la fantascienza più avanzata, la geopolitica più inverosimile trovano posto nei fili intrecciati dalla storia come nuove trasformazioni di un'antica tradizione.
L'oblio ucciderà l'uomo. Il ricordo di quello che ha letto nei passi dei predecessori nomadi lo salverà, aprendogli la via a un uso civile delle sue creazioni, a un'economia di piacere, di libertà e di umorismo.
Occorrerà coraggio, perché, all'uscita da ogni labirinto, l'uomo troverà sempre altri labirinti. Labirinti di labirinti. Chi crederà d'incontrare dio; chi la verità; chi uno scetticismo ironico o una disperazione panica. Chi, infine, più semplicemente, un enigmatico e fragile cammino verso la saggezza.
(Jacques Attali)
Jacques Attali affronta il racconto dell'umanità attraversando epoche e mondi tutti riconducibili a un "principio omologatum" che è il labirinto, inteso come percorso, come smarrimento e come autocoscienza di innumerevoli umanità sparse tra luoghi della storia e del tempo.
Attali: "Gli antichi ci hanno lasciato tante tracce sui muri, come i prigionieri sulle pareti delle celle, per gridarci di non dimenticare la loro saggezza. Messaggio di sopravvivenza per la specie umana: scoprire quello che siamo, imparare a vivere il tempo come spazio, attingere forza dall'errore, tracciare la vita come un labirinto, improvvisarla incessantemente, farne un gioco, un'opera d'arte, 'restare incatenati di se stessi', come dice Platone, ricercare i cammini della propria serena perfezione in un'ironia distante, nel ricordo dei saperi del nomade, nei piaceri dello scacco o dello smarrimento".
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