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Alessandro Taglioni
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Artista italiano pubblicato da Spirali/Vel.
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L'autore, pittore e redattore della casa editrice Spirali, vive e lavora a Milano. Nasce a Macerata, il 13/11/1958. Frequenta il Liceo Artistico a Padova, e contemporaneamente, per un biennio, l'Accademia di Arti Applicate di Salisburgo, dove espone per la prima volta nel 1974. Prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti di Venezia, nel corso di Emilio Vedova. Nei primi anni Ottanta si interessa anche alla grafica e collabora con uno studio pubblicitario. Nel 1984 si trasferisce a Milano, anno da cui si occupa di produzione editoriale presso la casa editrice Spirali e di elaborazioni grafiche e artistiche al computer, continuando la sua ricerca nella pittura, alternando in particolare, negli ultimi anni, l'acquarello e il digitale. "Usare il termine pittura, oggi, come titolo o come tema di una mostra, credo debba risultare assolutamente provocatorio. Dire pittura, oggi, poi, sembra comportare per principio qualcosa di anacronistico, di superato, di dimenticato. Sia perché la rinuncia da parte della stilistica predominante nei confronti della pittura è assoluta, sia perché la nostra arte, in generale, ha alle spalle decenni e decenni di opere e correnti che storicamente hanno in vari modi preparato questo anacronismo. Quindi occorre dire che il conformismo che investe lo scenario dell'arte contemporanea è lo stesso che vale per qualunque altro settore della produzione dell'uomo. È la morte della pittura? Per nulla. Ci sono ancora opere, in Italia e all'estero, che provano ad accennare, anche se timidamente, a nozioni che a mio parere coincidono in maniera molto precisa con la questione della pittura, come stile, come arte e come tecnica, specificamente. Da parte mia, può sembrare assurdo dedicare una serie di opere alla pittura, quasi fosse il personaggio importante, il maestro, o la modella preferita, ma è così! Ritengo il produrre pittura come un esercizio di rigore assoluto, non di fantasia, come vorrebbe il luogo comune del fare arte. È una questione di rigore, e anche di follia, ma da non presumere rappresentabili e da non confondere con il fare spontaneo e il fare liberamente. Il rigore impone l'emulazione della natura, natura artificiale, natura insita nell'artificio che ciascun artista s'ingegna di produrre sulla propria tela e sul proprio foglio. Dico emulazione perché ritengo sia un approccio antico valido ancora oggi. Emulazione della natura, non per imitarla, ma per reinventarla. Questa reinvenzione non è possibile con la fantasia, ma con l'emulazione: proprio come facevano gli antichi. E percorrere così questo lungo cammino fino a giungere, a intendere, che la natura è comunque artificiale. Artificio della natura, artificio della pittura, vita artificiale". (Alessandro Taglioni, 11 gennaio 2001, Milano).
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