In questo libro, la cucina si definisce gustosa, con la sua tradizione, leggera e nuova, con la sua arte e la sua invenzione. Nelle ricette, ciascun ingrediente acquista un timbro e un tono che lo situano in un differente registro: "Dolce, dolce, dolce amarognolo: questo è il registro del gusto del piatto. Solo i porri introducono una nota antifonaria rispetto al coro zuccherino. Il timbro del gusto è molto leggero..." (Pennette con scampi, porri e zucchine); "Il gusto e il profumo dell'acqua di fiori d'arancio portano la struttura del gusto verso la sinfonia" (Cassatina con ricotta di capra, miele e frutta candita).
In infinite combinazioni, giocando al contrasto e richiamando il contrappunto, il maestro scrive ricette come partiture.
Il libro, costituito da differenti sezioni (stuzzichini, antipasti, minestre, primi piatti, pesci, carni, dolci, dolcezze e pane), è ricco d'immagini della Villa San Carlo Borromeo e delle sue sale splendide, del suo parco, e riporta la caratteristica unica della ristorazione della Villa, con il suo stile, con la sua novità, con il suo gusto, con la sua leggerezza.
Un libro destinato a chi cucina per piacere, per dovere, per mestiere o anche per sé; da chi si cimenta con una maionese (che non smonterà mai) a chi, espertissimo, sperimenta sempre nuove idee.
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