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Il bel programma. Percezione, struttura e comunicazione
libro
pp. 173
18,07 €
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Raccolta di interventi di Marco Maiocchi.
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L'utente di un calcolatore non se ne accorge, ma un addetto ai lavori sa bene che, affinché un programma sia buono per l'utente, deve presentare quelle caratteristiche – strutture, organizzazione, "dipanamento" delle istruzioni e altri aspetti, organizzati in modo da appagare il senso estetico di un informatico – che glielo fanno definire bello.
La programmazione dei calcolatori non era l'unico campo in cui m'imbattevo nel problema del bello: mi trovavo a occuparmi di estetica in termini di fruitore di arti in senso vario, dalla pittura alla letteratura e altro ancora; m'interessavo di produzioni legate in particolare al campo letterario, quale attore in alcune avanguardie artistiche, che tendevano ad analizzare strutture letterarie per suggerire variazioni sul tema, ricreando nuove opere a partire da lavori precedenti, oppure cercando d'individuare quelle regole, implicite nelle opere, che rendessero possibile generarne di nuove, di similari. L'obiettivo non era evidentemente quello di generare opere artistiche, ma di capire un po' di più le strutture interne... Da qui, il mio interesse per aspetti di relazioni, per l'analisi dei meccanismi di una comunicazione non più costruita sulla trasmissione dei messaggi ma piuttosto dalle relazioni che tra i messaggi vengono costruite.
Cercherò di tracciare, in questo libro "laboratorio", temi e spunti che sono stati il risultato del percorso di questi anni, tentando non di dare una risposta sul bel programma, ma, più umilmente, di suggerire qualche spunto di riflessione.
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