Porre a confronto la semiotica e l'ermeneutica contemporanea è il progetto culturale di questo libro. Di qui il riferimento ad alcuni pensatori chiave del nostro tempo, come Peirce e Husserl, Nietzsche e Heidegger, ma anche il rinvio al senso profondo di una tradizione che, da Platone in poi, ha determinato il destino tecnologico e infine nichilistico della nostra cultura. Interpretare i segni del nostro tempo e scoprirne l'infinito ed enigmatico rimando conduce allora a compiere un'esperienza di pensiero che non può acquietarsi in nessun "luogo" comune dell'essere e delle tradizionali distinzioni disciplinari e scientifiche. La domanda, fatalmente, si sposta oltre: di là dal segno e verso quell'evento che, accadendo, invia proprio il segno al suo nulla e così, nel contempo, al suo significato veritativo e peculiare. Ma questo "nulla", che si annuncia nei capitoli conclusivi del libro, non ha, o non riveste più, il segno del nichilismo dispiegato e impotente, cioè il senso di un pensiero circoscritto dal luogo della metafisica, della scienza e della tecnica: con esso si profila invece l'istanza di un nuovo interpretare e di un nuovo pensare, come "possibilità più propria" delle nostre attuali impossibilità e contraddizioni.
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