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La funzione ideologica delle teorie della conoscenza
Libro
pp. 168
20,00 €
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Questo saggio affronta l'analisi storica e logica delle problematiche che investono il dibattito epistemologico, partendo dalla constatazione che, fin dall'epoca classica, i filosofi hanno denunciato un "errore" della filosofia che li aveva preceduti, un "errore" sempre in rapporto alla conoscenza.
Come ha inteso l'uomo la conoscenza? È vero che i concetti corrispondono sempre a una realtà oggettiva e che gli oggetti del reale esistono indipendentemente dalle loro relazioni? Quali sono le modalità operative della conoscenza? È possibile riprodurre queste modalità nella costruzione di intelligenze artificiali?
Questo saggio è uno strumento prezioso per capire il fondamento teorico di molte discipline (scientifiche e no) che, attraverso le ipotesi elaborate per spiegare le modalità della conoscenza, hanno teorizzato (e talvolta realizzato) applicazioni di avanguardia nella tecnologia, nella scienza, nella matematica, nella speculazione teorica.
Nel libro, l'Autore compie una riflessione sul carattere ideologico della conoscenza e spiega anche perché alcune scoperte e invenzioni vengano subito "accettate" dalla società, mentre altre – come la teoria eliocentrica di Aristarco di Samo, i modelli cibernetici di Ctesibio, i movimenti di Mercurio prima della relatività einsteiniana, l'inconscio di Freud e la stessa metodologia operativa – vengano relegate, per secoli, in una sorta di lista d'attesa.
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