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L'atto antitotalitario
Libro
pp. 226
12,91 €
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Saggio di André Glucksmann.
I testi riuniti in questo saggio cercano di cogliere la democrazia cruda, elementare, prima di ogni cottura ideologica, nella semplicità di ciò che la delinea, la guerra, e nella verità del suo stato nascente, il voto. Sono da leggere come una ricerca genealogica e un chiarimento dell'attualità con un flashback filosofico.
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Il marxismo ha conquistato più della metà del pianeta o più esattamente dei suoi governanti. Non sembra che ciò sia accaduto in virtù delle analisi del Capitale, ancor meno per la nullità dei suoi miracoli economici pratici, non c'entrarono la sua arte e nemmeno la sua cultura, e raramente le sue confutazioni sbrigative dell'empiriocriticismo o della relatività di Einstein. Inutile commentare ancora una volta la sua teoria della rendita fondiaria o le prometeiche canzoni del giovane Marx; dimenticate Atene, dimenticate Sparta, dimenticate Gerusalemme, le dispute mediterranee e i loro dei non hanno accesso a Pechino, eppure il più segreto culto dell'Europa moderna, il suo maneggio delle armi, smuove novecento milioni di cinesi e non s'intende il mistero di tanta influenza se non si nota quel che un secolo di storia ci mette sotto il naso: l'unica cosa che il marxismo sappia preparare, organizzare, fare, l'oggetto della sua passione, ciò con cui trionfa, è la guerra.
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