|
|
Sognare l'altro
Libro
pp. 200
12,91 €
|
|
Rischio di parola che distoglie il soggetto - analizzante e analista - da ogni discorso estraneo a se stesso, la pratica dell'analisi avrebbe dovuto relegare nel passato ogni uso del potere delle parole a fini di dominio e di assoggettamento. Questo sogno soffocato non cessa di esclamarsi e non cessa di non scriversi. L'autore non si accontenta di dirlo. Impegnato a strappare la psicanalisi a ogni ufficio di catasto, già nel luogo analitico, mostra in una messa in opera testuale come il suo discorso interno intersechi, urti e incontri quello dell'analizzante, come i suoi desideri, i suoi fantasmi, i suoi ricordi e i suoi sogni - fino al gioco dell'insensato dentro di lui - diano accesso al discorso inconscio dell'altro. Si dispiega qui un nuovo stile di narrazione analitica in cui finzione e teoria tessono un intreccio la cui trama si rivela di una logica inconscia e rigorosa. Si vede come alcuni significanti personali dell'analista, ancora recintati dentro la sua analisi, facciano ritorno nella teoria e nella scrittura; come nel tempo logico di un "udirsi dire" la sua storia e il suo dialetto, le sue leggende e i suoi miti siano rielaborati affinché la parola non si reiteri e non si fissi in una sintassi nota, repertoriata; come attraverso una parola di analizzante il soggetto dell'inconscio sia sognato affinché possa parlare il proprio nome.
Un nuovo stile di narrazione analitica in cui finzione e teoria s'intrecciano e la trama appare via via costruita secondo una logica precisa. Il racconto in analisi, i fantasmi, l'amore e l'odio, la voce, il sogno fino al caso clinico sono esplorati in una puntuale elaborazione.
|
|
|
|
|