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Julius Evola e la filosofia
Libro
pp. 123
9,30 €
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Evola ha aspirato fortemente, fino in fondo, a porsi come l'anti-Gentile, anche come il filosofo 'ufficiale' o l'ideologo del fascismo che, storicamente, non è stato né il fascismo di Gentile né quello 'suo'; e, successivamente, dopo la caduta del fascismo e la fine della seconda guerra mondiale, come il filosofo 'ufficiale' o l'ideologo della Nuova Destra. Non mi pare che il fascismo abbia accettato Evola come suo ideologo. Non so fino a che punto possa accettarlo una Nuova Destra. Che se lo accetta, ben posso dire: ognuno ha l'ideologo che si merita. O, anche, il filosofo che si merita [...].
Io, pure lettore di Nietzsche, non poco affascinato dalla palintonia eraclitea più drammaticamente dialettica, non me la sento di andare 'al di là della destra e della sinistra'. Sopra tutto, amo, ancora, il discorso filosofico fatto di chiarezza e di distinzione, non pateticamente risolubile, anche dal punto di vista stilistico, in un ribollente fraseggio che sollecita il lettore nella sua emotività, non nella sua intelligenza.
(Antimo Negri)
In questo saggio, composto dai capitoli Evola e il superamento dell'attualismo e Evola filosofo dell'"Individuo assoluto", più l'appendice Appunti sulla destabilizzazione (diseguale) di due categorie: "destra" e "sinistra", Antimo Negri affronta il problema di dare finalmente chiarezza alla vasta produzione filosofica di Evola come filosofo della Nuova destra.
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