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Nietzsche nella pianura. Gli uomini e la città
Libro
pp. 338
18,08 €
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Raccolta di saggi di Antimo Negri.
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Alla conoscenza degli uomini della pianura, della città in cui, quotidianamente, sopra tutto quando diventa meno "chiusa", agiscono le passioni, gli interessi, le ambizioni e i conflitti degli uomini, Nietzsche si allena studiando – in particolare attraverso Tucidide e Teognide di Megara, non poco suggestionato anche dalla demitizzazione fattane dall'amico e maestro Burckhardt – la città greca.
E, certo, quella antica, comunque sottratta all'idealizzazione romantica di Hölderlin o di Hegel, gli appare come quella che lo rafforza del convincimento "superumanistico" della necessità che vi siano padroni e servi, "buoni" e "cattivi", o una disuguaglianza, da ultimo, che viene esaltata con un'avversione dichiarata verso il socialismo e la democrazia borghese. Pure, la considerazione attenta e insistita della situazione dell'Europa, nel momento stesso in cui da essa viene espunta ogni indulgenza verso il Deutschland über Alles, si svolge, nell'opera nietzscheana, in maniera che non la si può assolutamente assoggettare a una spoliazione ideologica nazista e neppure a un'utilizzazione, non meno ideologica, che permetta di prestare al filosofo ideali socialisti o atteggiamenti di "uomo multanime" nel senso dannunziano. Nietzsche non si arrende alle manipolazioni teoreticistiche dei suoi nipotini più heideggeriani o heideggereggianti. Egli veramente si situa "al di là del bene e del male" o al di là di ogni "ideologia buona" e di "ideologia cattiva". Ne siano avvertiti sopra tutto quanti, finora, hanno visto il "male" o il "bene" raccolti adialetticamente o nel comunismo o nella democrazia borghese. L'Übermensch nietzscheano – o lo stesso uomo Nietzsche – non è meno al di là del comunismo che della democrazia borghese. Sì, anche questo si è detto bene: non si può ritagliare nell'opera di Nietzsche un "manifesto politico". Le ragioni? Possono risultare evidenti da questo libro.
(Antimo Negri)
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