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La moneta di Caronte. Lettere e poesie per il terzo millennio
Libro
pp. 191
10,33 €
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Raccolta di poesie a cura di Giovanna Sicari.
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Prima di traghettare le anime, ci racconta il mito greco, Caronte esigeva un pedaggio: tale pedaggio era costituito dalla moneta che i parenti ponevano sotto la lingua dei morti (e chi non possedeva la moneta era condannato a restare sulle rive dell'Acheronte). La moneta di Caronte è appunto il titolo di questo libro curato da Giovanna Sicari con gl'interventi in forma epistolare di noti poeti, saggisti, teologi: da Luzi a David Maria Turoldo, da Adriana Zarri a Sergio Quinzio a Giuseppe Conte. Brevi lettere tese a cogliere – con la sapienza del proprio stile e della propria passione profetica – l'invisibile cerniera di trapasso fra due millenni. Senza nessun millenarismo. Consapevoli che l'anno duemila s'inaugura in un paradosso: quello di essere una frontiera e, insieme, un niente. Comunque colmo di attesa e d'ipotesi. Ogni scritto mette a fuoco la tremenda disappartenenza su cui si fonda questo numero, come l'oroscopo di un cartomante. Veritiero non in quanto tale, ma per l'enormità delle voci che esso raccoglie e annienta in un istante. Non serve puntare l'esistenza sul duemila, così come non serviva aumentare il valore della moneta tra i denti del defunto. L'anno, come punto di traghetto, è l'esito di un'estrazione a sorte nel momento stesso in cui dà senso a un'intera tradizione.
In esso si specchia ancora una volta l'enigma di ciò che inizia. Nella miniera del nostro primo vederlo, Caronte è davvero l'impassibile testimone di una consegna fatta altrove.
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