|
|
Le radici classiche dell'Europa
Libro
pp. 225
30,00 €
|
|
Saggio di Vittorio Mathieu.
|
|
Cominciai con l'accorgermi, più di vent'anni fa, che il simbolo sotto cui va letta l'intera storia dell'Europa è l'avventura: nel bene e nel male. Il termine "avventura" (e "romanzo d'avventure") nasce tardi, dall'incontro fra l'eterno Viandante germanico e la stabilità ideale del Senato di Roma; ma forme e contenuti vengono dalla civiltà ellenistica, ereditata da Roma in politica non meno che nelle arti.
Poi, per una felice occasione, mi accorsi che il primo autentico romanzo d'avventure era stata l'Odissea. Nel frattempo mi era accaduto di ritornare su un pensatore oscuro e, al tempo stesso, chiarissimo, posteriore a Omero ma anteriore alla classicità per eccellenza del V secolo ateniese: Eraclito [...], divenuto importante dopo che la scienza ha preso nella nostra vita il posto che ha adesso.
La cosa più tipicamente avventurosa è la scienza: essa ci fa venire incontro continuamente cose nuove, ma queste cose nuove non esisterebbero neppure, se lo scienziato non si muovesse. Egli, senza sapere ancora che cosa siano, cerca e, mentre si muove, le cose gli vengono incontro. Tutte queste cose nascono e vengono verso di noi, sono ad ventura, nella misura in cui noi andiamo verso l'ignoto e cerchiamo di renderlo noto. L'avventura della scienza, dal punto di vista cronologico, è, forse, l'ultima avventura. Incomincia già prima, ma è quella che rimane più a lungo e che permane tuttora. In qualche modo, è quella che si è davvero estesa a tutto il mondo. Infatti, non esiste altra scienza oltre la scienza europea. È sempre la scienza europea che va all'avventura.
(Vittorio Mathieu)
|
|
|
|
|