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Nella notte venne e baciò le mie labbra
Libro
pp. 212
9,30 €
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Raccolta di poesie di Juan Liscano.
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Più che la selezione antologica di un'opera costruita nell'arco di numerosi anni, Nella notte venne e baciò le mie labbra, con le sue varie scritture inedite, forma un testo nuovo; vale a dire, un testo inventato con il materiale di altri testi, che appare per la prima volta – e sorprendentemente – nella mappa scritturale della nostra cultura.
Poesia sostanziale, la parola nomina, fonda, cerca un diverso ordine.
Poesia essenziale, il verso è il tempo che tenta di rioriginare il reale.
Poesia attanziale, il poema illumina la sala da gioco dove si scontrano, sempre, due forme d'azione: fuoco e acqua, uomo e donna, vita e morte...
Il verbo di Liscano entra nella dialettica elementare delle opposizioni e segue una scia nella quale i contrari tendono a fondersi. Uomo e Natura – architemi della contraddizione ossessiva – chiedono di abolire la distanza nella forma e di riscattare il significato di una supposta comunione perduta. Così la magia, il volo, il periplo dell'inappartenenza dell'io, sono vie che tessono un incontro. In un istante il passato rinasce; il presente è passato a venire. Istante del nominare: la parola evoca, invoca, modella la dimensione tragica dell'essere.
Nel guardarsi parola, la visione è attraversata da un fuoco: l'amore in cui incalza il rapporto sesso/linguaggio. Dunque, l'abbandono e la dispersione del soggetto; mistero o vuoto di uno specchio in cui si riflette una luce che non è di una realtà sconosciuta.
Per questo il testo è della metafora, dell'ossimoro, della metamorfosi, quali parabole che sradicano grammatica e sintassi per spingersi, spesso, a bucare le barriere del discorso e della storia per profetizzare, nel territorio del segno, la voce della scommessa.
(Alberto Cappi)
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