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Il tempo e l'ora
Libro
pp. 103
6,71 €
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Raccolta di poesie di Cesare Milanese.
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La pratica di questa scrittura si articola nella relazione fra spazio e densità. La densità è anzitutto dei materiali, alti per essere filosofici, tratti da Nietzsche, da Husserl e da Heidegger. Lo spazio, che è della lingua, corre e si distribuisce nella misura in cui il lavoro sui contenuti batte sul linguaggio. C'è qui una strategia che vuole essere anche una dichiarazione: avviare il processo di elaborazione dei significati nel rispetto dei loro ritmi interni. I significati sono allora depurati di se stessi e traslati nel ritmo del "loro" significante, un significante a frase lunga che porta un senso in più, irriscontrabile nel significato originario. Ma l'assunzione dei contenuti nobili richiede un preciso atto: una stilistica e una retorica che sappiano diventare il vettore di un risultato drammaturgico. Si tocca cioè l'estremo di relazione che può suggerire, di volta in volta, proposte di lettura "da agone" o l'essenzialismo della scelta paradigmatica con termini elementari in cui fluttua il riflesso dell'ermeneutica heideggeriana. Al privilegio stilistico risponde il ritmo cardinale, sia del verso che della supposta prosa, ove giunge a strutturare una vera e propria metrica; nel giro del ritmo è preso lo stesso soggetto attante intorno al quale muovono la nitidezza linguistica e il puntiglioso rispetto sintattico. È un movimento, questo, che percorre l'intero tessuto della grammatica che si vuole senza sviste. Il testo cammina infatti sulla convinzione che le mosse si compiano entro un processo di oggettivazione progressiva, quella che obbliga la lingua a pratiche "insigni", sul cui tavolo, quale grammatico, lo scrittore si dispone al gioco.
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