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La parola (1976-1985)
Libro
pp. 96
7,75 €
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Raccolta di poesie di Antonio Saccà.
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Dalla Prefazione di Mario Luzi: "Il proprio della singolare personalità di Antonio Saccà – che ho potuto verificare nello spazio di venti anni – è un'aderenza stretta, un vero corpo a corpo con i problemi del tempo e insieme un recupero di distanza e di prospettiva che si traduce in libertà e autonomia di visione e di stile: in essa prendono con naturalezza ad agire attitudini e proposizioni da antico, dico meglio, da eroe travagliato dal mai sopito combattimento tra conoscenza e esperienza e in qualche modo eletto a professarne e a cantarne la delusione fino al ludibrio. Un personaggio o forse una 'persona' del dramma che in Sicilia era di casa si riconosce allora, e quasi non ci sorprendiamo, nel volto e nell'accento di questo inquieto intellettuale siciliano che nessun adeguamento delle richieste ha mai placato e reso integrabile; di questo trageda che è anche il protagonista indifeso del suo dramma; di questo poeta insomma che si espone in carne ed ossa alla gogna della confessione in un casto ma sicuro presupposto di esemplarità, per una umile ma certa investitura a rappresentare, in modo brusco e primario, il disastro del pensiero moderno.
A rendere incandescente e insolitamente fresco tutto questo 'martyrion' c'è una qualità in più: è la naïveté dei moti del desiderio e del disinganno nell'amore come nelle cose civili. È una naïveté colta certo e sapiente nei suoi 'impromptu' ma pur sempre naïveté e collima in pieno con l'indole 'selvaggia' di Saccà. E non manca di confidarci la 'follia' tardiva della passione con quel tanto di sacro che un Alcmane o altro lirico della grecità vi avrebbe trovato".
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