Sul finire del IV secolo, gli imperatori Valentiniano, Valente, Graziano, Arcadio e Onorio promulgarono editti per assicurare esenzioni o rimborsi, fino a un terzo delle tasse dovute, per quelle città che avessero messo mano alla conservazione degli edifici pubblici e, in particolare, di fortificazioni e terme. Eppure oggi, a leggere le cronache, soprattutto quelle di casa nostra, se ne sentono di tutti i colori sul patrimonio culturale. Sfigurato, svenduto, scempiato. Ma, soprattutto, mal tutelato. Chi dovrebbe proteggerlo fa tutt'altro. È connivente con la speculazione, lascia che si facciano le peggiori cose senza muover foglia, senza impegnarsi, senza denunciare. Sotto accusa sono il ministero, le soprintendenze, i loro funzionari, l'organizzazione della tutela. Chi ha ragione? [...]. Per capire qual è lo stato dell'arte non ci sono scorciatoie. Bisogna avere la pazienza di andare per i viottoli tortuosi della conoscenza, comprendere gli eventi, collocarli in un contesto. Bisogna partire da dove si sono soffermati altri, quelli che hanno avuto la determinazione e la pazienza di fare un'analisi della situazione italiana e capire che cos'è successo [...]. (Roberto Cecchi) In Appendice, documenti preziosi, praticamente inediti o introvabili: La relazione della Commissione d'indagine (documenti della Commissione Franceschini, 1967); la Carta del Restauro del 1972 integrata con quella del 1965; la Convenzione Europea del Paesaggio del 2000.
Echi dal web I beni culturali. Testimonianza materiale di civiltà (file video su arcoiris.tv)
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