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Cento fiori per Wilhelm Reich
Libro
pp. 310
25,00 €
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Il percorso di questo scritto è un'originale esplorazione del pensiero di Reich, un autore in cui la semplicità di linguaggio non toglie nulla alla complessità e alle molteplici sfumature del suo discorso, che tocca il rapporto tra sessualità e politica, tra psicanalisi e marxismo, due poli di una stessa sfida al discorso occidentale.
Il problema dell'articolazione fra questi due campi, sorto nel corso degli anni venti, è stato còlto con precisione sin dall'inizio da Reich, che proprio per questo ha dovuto sopportare la duplice scomunica
derivatagli dall' aver toccato qualcosa di esplosivo, in grado di mettere in questione i meccanismi istituzionali di allora, sia del partito comunista tedesco, terrorizzato dal sessuale, sia dell'associazione psicoanalitica internazionale, disturbata dalla politica.
La ripresa che qui viene fatta della tematica reichiana si distingue dai t radizionali studi che dividono il pensiero di Reich in due periodi, per affossare il secondo tacciandolo come folle. Roger Dadoun propone invece l'ascolto di quello che da tutti è stato condannato come insensato delirio, per cogliere il senso che risulta proprio da quella storia di persecuzioni, quando Reich si è trovato a operare in contrasto con i dogmatismi e le sclerosi istituzionali dell'epoca.
Lettura appassionata di una biografia: i pensieri e i sogni di Reich, e le sfide all’ordine costituito
In questa opera Dadoun riscopre una per una le idee formulate da Wilhelm Reich nel campo della ricerca scientifica, allora disconosciute o disprezzate ma feconde e atte a crescere.
Wilhelm Reich fu geniale interprete di Sigmund Freud, ma capace di criticarne a fondo assunti teorici e metodi. Militante nelle file del partito comunista tedesco tra le due guerre mondiali, fu poi amaramente osteggiato, combattuto e allontanato dai suoi stessi compagni, inviso all'associazione psicoanalitica internazionale, alla ricerca scientifica in doppiopetto, agli organi di partito.
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