Se a ciascun italiano chiediamo come va l'Italia, ci risponderà che va male. Oppure, se non risponderà che tutto va male, risponderà che il valore è la bellezza. Se invece chiediamo a qualsiasi britannico come va il Regno Unito, risponderà che il valore è l'essere ("Essere o non essere?" non è più stato un problema). In Francia importano il vero, la ragione sull'Altro e sulle cose, importano i piani, gli assi, le coordinate (se le coordinate sono a posto, allora tutto va bene): è il trionfo della ragione, che anche la rivoluzione francese celebra; come una ballerina, la dea ragione è stata messa nella cattedrale di Notre-Dame. In Germania, è stato sempre considerato valore il bene: l'ontologia del bene, il bene che si raggiunge con gli sforzi e con i sacrifici; ciascuna istituzione, ciascuna impresa, deve raggiungere tutto il bene, il sommo bene. Come sfatare l'ideologia nazionale, anche l'ideologia italiana, che pure si è man mano costituita contro il rinascimento?
Il valore dell'Italia è il valore per ciascuno, in ciascun angolo del pianeta. Il valore della parola. Il valore di ciò che si cerca e di ciò che si fa. E quando noi diciamo "valore intellettuale", in questo valore non c'è più l'ideologia italiana. Non c'è più nessuna ombra di patriottismo.
(Armando Verdiglione)
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