Come un fiume carsico, la storia di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti da sessant'anni affiora all'attenzione dell'opinione pubblica con libri, film, articoli e dibattiti. Il continuo riaffiorare rivela il bisogno mai sopito di ricostruire la verità sulla fine violenta della coppia più famosa e amata del cinema italiano nel decennio 1935‑1944. L'adesione dei due attori amanti al cinema che la RSI aveva organizzato a Venezia nel febbraio 1944, l'arruolamento volontario di Valenti nella Decima Mas di Junio Valerio Borghese e soprattutto i contatti dell'attore con Pietro Koch, capo della squadra di polizia fascista che operò a Milano, sono all'origine della quantomeno frettolosa condanna a morte decretata dal Clnai a Osvaldo Valenti e Luisa Ferida ed eseguita a opera dei partigiani di “Vero” Marozin in una piovosa notte milanese il 30 aprile 1945. Dopo una minuziosa ricerca, espongo in questo libro, arricchito di nuovi particolari e testimonianze rispetto alla prima edizione del 2001, la tesi innocentista: l'uccisione di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti è da attribuirsi alla resa dei conti con il regime fascista sconfitto. Viene qui descritta, con cruda efficacia, la mole impressionante di falsità interessate, silenzi imbarazzanti e depistaggi ingannevoli da cui questa vicenda è stata per decenni sommersa. (Odoardo Reggiani)
La tragica storia di due star del cinema italiano, passate alla ribalta durante il fascismo e drammaticamente decadute, con tanto di condanna a morte, al passaggio delle consegne dopo la liberazione del 1945
• 2001 Prima edizione • 2007 Nuova edizione rivista e ampliata, con la nuova prefazione di Paolo Pillitteri.
La storia di Luisa Ferida e Osvaldo Valenti da sessant'anni riaffiora all'attenzione pubblica: libri, film, dibattiti, rivelano l'ampia curiosità ed il diffuso bisogno di verità sulla fine violenta della coppia più famosa e amata del cinema italiano degli anni '30 e '40. L'adesione repubblichina dei due attori e i loro controversi rapporti con Pietro Koch, capo della polizia fascista, ne originarono la "frettolosa" condanna a morte e l'esecuzione da parte dei partigiani di Vero Marozin nel 1945. In questo volume l'autore espone la tesi innocentista. A termine di una minuziosa ricerca, arricchita in questa ultima versione da nuove testimonianze e particolari, Reggiani dimostra come l'uccisione dei due personaggi è da inquadrarsi non a particolari responsabilità personali ma alla più generale resa dei conti con le colpe dello sconfitto regime fascista. L'autore espone e chiarisce una notevole quantità di imprecisioni, falsità, depistaggi e complicità che hanno accompagnato la vicenda destinandola verso una comoda archiviazione. Paolo Pillitteri: "Grazie a Reggiani, due volte. Ci aiuta a definire un periodo di sangue e furore attraverso il cinema, e che cinema! Ci fa partecipare ad una vicenda di fuoco senza il paraocchi delle idee".
Echi dal web 18 marzo 1914: nasce Luisa Ferida (articolo da Il Sole 24Ore.com) Un melodramma noir (da Eserèsi.it) "C'era una volta la città dei matti" (segnalazione del volume, da "Betumeasarvega.org")
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