Qual è il campo della parola? Quello in cui il numero è impossibile dalla struttura degli elementi. Solo se postulato come numero naturale lo zero introduce la successione nella serie. I cinque assiomi di Peano lo dimostrano. E dimostrano pure che l'esistenza dello zero pone in discussione il concetto di natura del numero implicando nella serie una contronatura per il nome che funziona a legarla, a legare la serie, dunque divergente.
Tra l'uno e lo zero, tra il significante e il nome, tra la funzione di significante e la funzione di nome, l'intervallo.
La doppia articolazione che verte simultaneamente sul punto e sul bordo, sull'operatore e sulla funzione, è attraversata da questo intervallo. La filosofia ha orrore della matematica per l'instaurazione della cifra che essa definisce mortale. La cifra è infatti inordinabile: è quel che scombina le macchinazioni di Amleto che programma la strage in nome del cadavere, per una risoluzione della rivendicazione in vendetta.
Anziché fare del logico un legislatore, l'arbitrarietà indica che la definizione si struttura nel lapsus. Pur valendosi del noto, come scrive Peano, pur giovandosi, il logico, di ciò di cui dispone, ossia dei significanti, di ciò di cui vive, ossia i fantasmi. L'indagine intorno alla sintassi nella logica matematica non pone forse la questione del godimento? Perché i matematici, dacché il mondo non è il mondo, si arrovellano incessantemente e ripetutamente per qualcosa che sanno non avrà nessuna applicazione, se nella matematica non pone forse la questione del godimento?
La filosofia, poi la logica matematica, non si è scostata dall'inseguire, come nota Platone, il numero nella sua coerenza? Quel che sostiene questo inseguimento non è tanto il numero quanto il suo fantasma. Così Peano non riprende la questione nei termini dell'insieme di unità o dell'aggregato di unità di cui parla Leonardo Peano. Peano riprende la questione dell'uno e dello zero e del loro intervallo.
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