Secondo la modalità più corrente, che è metafisica, la scienza avrebbe una priorità rispetto all'arte, in base a un presunto primato del sapere sulla questione della verità. La priorità della scienza sull'arte è favorita dallo specialismo.
Un dibattito è rinascimentale quando, procedendo per esempio dal campo della pittura, si compiono un'articolazione e un percorso specifici a proposito della questione della verità. L'arte non è il negativo della scienza né il suo limite.
La scienza interviene accanto a uno degli aspetti dell'arte. Il cammino che passa attraverso i tre tempi dell'identificazione dell'oggetto, questo cammino che propone un'altra nozione di artista, incontra il contrappunto: il sintomo come prosodia del nome, l'impasse come rapsodia del significante, il punto di schisi come melodia dell'Altro.
Nel secondo tempo, nell'identificazione dello sguardo, dove l'impasse costituisce non già il limite ma la rapsodia del significante, sorge la scienza insieme con l'arte, la scienza nel suo carattere catastrofico. E il sapere che sorge con la scienza è un effetto della seduzione del significante, è un effetto della differenza del significante da se stesso. La strofe è la svolta, è il raggiro in cui si trova ciascun termine, la perversione. Il sapere è catastrofico, il sapere viene dalla scienza. La verità invece non viene dalla scienza, viene dal fare, viene dal malinteso che è strutturale.
(Armando Verdiglione, Manifesto del secondo rinascimento, Rizzoli, Milano 1983).
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