Avevo scritto questo libro – in cui il racconto di un dramma giudiziario si mescola alle riflessioni sulla giustizia e sul mestiere di avvocato – dopo l'esecuzione di Claude Buffet e di Roger Bontems, condannati a morte dalla Corte d'Assise di Troyes per avere preso in ostaggio e sgozzato, nella prigione di Clairvaux, un'infermiera e una guardia. La domanda di grazia era stata rifiutata dal presidente Pompidou.
Da allora, la ghigliottina è stata relegata negli scantinati di un museo e la pena di morte è scomparsa dalle leggi francesi. Ma infierisce ancora in altri paesi, come negli Stati Uniti. E non da tutte le menti è scomparsa la tentazione di farvi ricorso di nuovo. Quella giustizia che uccideva eccola all'opera nel presente libro. Non è inutile che la conoscano le nuove generazioni, in questo più felici della nostra.
Il dramma della giustizia che uccide, tra romanzo e saggio civile