Per Krzysztof Zanussi, regista geniale, i ricordi sono sequenze cinematografiche, le riflessioni sono spunti per una saga, gli aneddoti sono scene prorompenti. Il titolo di questo libro s'ispira a una battuta dell'attore polacco Jerzy Leszczyński, famoso interprete di re e comandanti, dai modi raffinati e dalla splendida voce; con l’avvento della Repubblica Popolare di Polonia era cambiato l'attore da mettere in scena: ci voleva il tipo "muratore" o "ragazza che guida il trattore". Un giorno Leszczyński venne avvicinato da un giovanotto corpulento, viso tondo e naso all'insù, il tipico eroe proletario che si presentò: "Sono un suo collega, un attore". E l'anziano attore: "Lei è un collega, un attore. Allora, è tempo di morire". Krzysztof Zanussi annota: sarebbe ora che morisse, invece, l'epoca degli eroi proletari nata con la Repubblica Popolare di Polonia; l'epoca in cui certe frasi non si potevano pronunciare da un palcoscenico o dallo schermo, perché avrebbero messo in pericolo il regime; l'epoca in cui girare un film sul Papa era un'operazione top secret (di fatto, le scene del film con i carri armati sovietici e la piazza del mercato di Cracovia invasa dalla folla – trasmesse dal satellite a Washington – allarmarono l'ambasciata americana a Varsavia tanto che il segretario ne chiese conto); l'epoca in cui "in cielo, a tenerci costantemente d'occhio c’era, oltre al buon Dio, un satellite straniero"; l'epoca in cui, per i polacchi, era troppo strano vedere in televisione, durante le partite di calcio, cartelloni pubblicitari con il nome Zanussi.
Esce in Italia il libro del regista polacco, già vincitore del Leone d'Oro al Festival di Venezia