"L'ars nova di Roberto Panichi dispone di un proprio ricchissimo entroterra, identificabile nella novità inesauribile della prodigiosa presenza di Masaccio". Con queste parole Vittorio Vettori celebrava la fiorentinità di Roberto Panichi, che ha esposto le sue opere anche presso Palazzo Vecchio a Firenze. Ars nova proviene da un atto di rinnovamento, che si distingue dai novismi delle numerose neoavanguardie. Nelle sue tele a olio, alcune di grandi dimensioni, la materia è sapientemente trattata nelle sue variazioni cromatiche, nelle sue velature misteriose, nella sua complessità stratificata e insieme dinamica, in funzione della figura, della forma. Una delle prime intuizioni di Roberto Panichi concerne la forma nel tempo, la forma che resiste nel tempo, tanto che l'idea di forma si coniuga con l'idea di archeologia. Panichi la chiama "immagine archeologica", una situazione estetica nuova, di sapore rinascimentale, in quanto molti suoi dipinti recano il fascino della civiltà grecoromana.
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